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Schiavitù 2.0: Fabrizio e la bussola smarrita dei diritti

Finché non rimetteremo la dignità del lavoro al centro, i tantissimi Fabrizio d’Italia non usciranno mai dalla loro condizione.

Schiavitù 2.0: Fabrizio e la bussola smarrita dei diritti

Per tutelarne la privacy, lo chiamerò con un nome di fantasia: Fabrizio. Fa il cameriere in uno dei ristoranti più noti di Napoli, che per le ragioni di cui sopra non nominerò. La sua storia ricorda quella raccontata nel brano “Giovanni sulla terra” di Fabi-Silvestri-Gazzè. L’ho conosciuto domenica scorsa durante un soggiorno. “Sto qua dentro 260 ore al mese, ho un solo giorno di riposo settimanale. Sorrido sempre ai clienti, anche a quelli scorbutici. Prendo 1.500 euro, se va bene arrivo a 1.700/1.800 euro con le mance. Questa è la mia vita” mi ha raccontato. Calcolatrice alla mano, se si esclude la benevolenza di qualche ospite Fabrizio guadagna 5,7 euro l’ora (contro una media di 7,28 euro). Una miseria, di questi tempi.

Il suo caso è l’emblema di una normalità distorta, ormai accettata come routine in un Paese che ha smarrito la bussola dei diritti. Ogni anno, Fabrizio macina 1.200 ore di straordinario quando la legge italiana ne permette un massimo di 250. Il resto? Tutto fuori contratto, compresi i mancati versamenti contributivi ai fini pensionistici. I colleghi si trovano nella sua stessa condizione. Insomma: siamo davanti a una forma di sfruttamento istituzionalizzato. Lo Stato sa ma chiude gli occhi; i datori di lavoro, ovviamente, ne approfittano. Purtroppo, non c’è da stupirsi. Con la guerra tra poveri alimentata negli ultimi anni dalla destra e dai suoi megafoni mediatici è passato il messaggio che il problema non sono gli sfruttatori ma piuttosto disoccupati, migranti, percettori di aiuti, chi sta “sdraiato tutto il giorno sul divano” (ricordate?).

La contrapposizione fra lavoratori poveri e poveri assoluti ha creato una competizione al ribasso che ha continuato ad agevolare solo chi già è in alto. Lo dicono i numeri: proprio mentre la povertà assoluta ha fatto segnare il record storico (5,7 milioni di individui), 71 miliardari italiani nel 2024 hanno guadagnato 166 milioni di euro al giorno. Così la loro ricchezza è aumentata di 61,1 miliardi in un anno. Sessantuno-virgola-uno-miliardi! Questo non è progresso: è schiavitù 2.0. Ma finché non torneremo a indignarci per chi lavora troppo per troppo poco, finché continueremo a considerare “fortunato” chi è semplicemente sfruttato, finché non rimetteremo la dignità del lavoro al centro del dibattito pubblico i tantissimi Fabrizio d’Italia non usciranno mai dalla loro condizione. Rompere il silenzio e smettere di accettare l’inaccettabile è un dovere civico e morale, perché 1.200 ore di straordinario all’anno non sono un sacrificio: sono un furto di vita.