Il governo italiano non ne vuole sapere e allora la Cgil prova a cercare il sostegno dell’Ue per cancellare il progetto del Ponte sullo Stretto. Il sindacato si è infatti rivolto al vicepresidente della Commissione europea, Stephane Sejourne, chiedendogli un incontro per verificare il rispetto delle normative comunitarie sugli appalti.
Per la Cgil, spiega il segretario confederale Pino Gesmundo, “il governo dovrebbe ritirare il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina dopo i sostanziali rilievi della Corte dei Conti sugli iter di approvazione perseguiti con la massima fretta per l’avvio dei cantieri”.
Ponte sullo Stretto, la Cgil chiede all’Ue di bloccare il progetto
Gesmundo spiega quindi di aver scritto a Sejourne chiedendogli un incontro “poiché è stato riattivato un appalto di oltre vent’anni fa che ha subito un incremento di prezzo di oltre il 300%, la verifica del pieno rispetto della Direttiva sugli appalti pubblici”. Una verifica “già suggerita al governo dall’Anac qualche mese fa”.
Per il dirigente sindacale è “irresponsabile, in particolare in questa fase di difficoltà industriale e sociale, che l’esecutivo scelga di esporre il Paese al concreto rischio di sprecare ingenti risorse e di ricadere in infrazioni ed irregolarità che possono portare a penali e a danni rilevanti negli anni futuri”.
Gesmundo ritiene “irresponsabile” anche “bloccare 13,5 miliardi di euro in questo progetto mentre servono urgentemente risorse per le infrastrutture necessarie al Mezzogiorno, per completare i progetti in corso e far lavorare con continuità le imprese del settore delle costruzioni”. Inoltre, aggiunge il dirigente della Cgil, “occorre un forte impegno politico e tecnico per realizzare le tante opere in corso, molte delle quali registrano rallentamenti preoccupanti, mentre le imprese denunciano difficoltà a reperire manodopera specializzata”.