I risultati della ricetta Trump: affossata la crescita globale

Il Fondo monetario internazionale lancia l'allarme sulla crescita globale: i dazi di Trump costano caro e non solo all'economia Usa.

I risultati della ricetta Trump: affossata la crescita globale

Gli effetti dei dazi, finora, sono stati minimi, ma qualcosa sta cambiando. E così è proprio sulla guerra commerciale che il Fondo monetario internazionale pone l’accento, sottolineando i pericoli derivanti dalle tariffe, a cui si aggiungono quelli riguardanti l’intelligenza artificiale. Per il momento vengono confermate le stime di crescita dell’economia globale, nonostante l’avvertimento sulle prospettive deboli: il Pil aumenterà del 3,2% nel 2025 e del 3,1% nel 2026, comunque in discesa rispetto al 3,3% dello scorso anno.

Le stime sono leggermente migliori di quelle di luglio, ma al di sotto della media pre-pandemia (3,7%), oltre a essere peggiori rispetto a quelle di un anno fa, quando ancora non si parlava dei dazi di Donald Trump. Anche per l’Italia arriva una conferma: +0,5% di crescita quest’anno e poi +0,8% il prossimo. Ancora lo zero virgola. Ma il problema principale resta quello dei dazi: “Al di là dell’apparente resilienza”, avverte il Fmi, le prospettive restano deboli e la soluzione sarebbe “ridurre le tensioni” commerciali. Con accordi stabili la crescita potrebbe aumentare dello 0,4%, secondo il Fondo. Tanto più che ormai si vedono “segnali crescenti” che indicano gli effetti negativi dei dazi. Il timore è legato soprattutto alla possibile escalation delle tensioni commerciali tra Usa e Cina, che potrebbe avere un impatto negativo sulla crescita globale, come avverte il capo economista del Fmi, Pierre-Olivier Gourinchas.

Dai dazi all’intelligenza artificiale: i rischi per la crescita secondo il Fmi

I primi effetti negli Stati Uniti già si vedono, con l’aumento dell’inflazione di fondo e della disoccupazione. Negli Usa la crescita rallenta intorno al 2% dopo il +2,8% dello scorso anno. L’inflazione, per ora, colpisce più gli importatori, ma a breve i prezzi aumenteranno anche per i consumatori. Gli effetti della cura Trump si faranno sentire, con un peggioramento dello 0,5% del rapporto tra deficit e Pil e un debito pubblico in rialzo dal 122% dello scorso anno al 143% atteso nel 2030 (+15% rispetto alle stime di aprile). Pesa, poi, la stretta sull’immigrazione che può costare fino allo 0,7% del Pil l’anno.

E la guerra dei dazi potrebbe continuare, soprattutto con la Cina, la cui crescita rallenta al 4,8% (contro il 5% del 2024): le tensioni tra Washington e Pechino potrebbero affossare l’economia globale. Non va meglio in Europa, con una crescita di poco superiore all’1%. L’ultimo allarme il Fmi lo lancia sull’intelligenza artificiale: il timore è quello di una “improvvisa e brusca” correzione dei titoli azionari del settore, confrontata con la bolla Internet del 2001 (dot-com). Attualmente si registra una “enorme quantità di investimenti” nell’IA che “si traduce in una forte pressione sulla domanda” e conseguenti incognite sul futuro.