Era il 2024, la crisi di Stellantis in Italia era già evidente ma meno marcata di oggi, e il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, dichiarava pubblicamente il suo obiettivo: far sbarcare in Italia un secondo produttore di automobili. Una mossa fondamentale per sopperire al crollo della produzione di Stellantis, che peraltro è persino peggiorato quest’anno. “Abbiamo contatti con diverse case automobilistiche”, diceva Urso senza fare nomi di aziende. Ma un nome, nell’aria, c’era: Byd.
Anche Byd snobba l’Italia: altro che secondo produttore di auto nel Paese
Poco tempo dopo, infatti, è stato confermato che l’Italia fosse nella short list per il secondo impianto produttivo del gruppo in Europa. Alla fine non se n’è fatto nulla, con la preferenza accordata dal gruppo cinese alla Turchia. E lo stesso destino sembra previsto per il terzo stabilimento in Europa della società asiatica: Byd, infatti, guarda alla Spagna. Mentre aumentano le vendite in Europa e soprattutto nel Regno Unito, diventato il primo mercato al di fuori della Cina, l’azienda intensifica i contatti con Madrid per una terza fabbrica europea. La Spagna è ritenuta più attrattiva per la sua rete industriale competitiva, per i costi di produzione più bassi e per spese contenute sul fronte energetico.
L’Italia è ancora fuori dai giochi, mentre Byd vuole produrre tutti i veicoli venduti in Europa nel continente, aggirando così anche dazi e barriere protezionistiche. Dopo l’Ungheria e la Turchia, quindi, potrebbe essere il turno della Spagna, nonostante le rituali smentite del caso. E le conseguenze si avrebbero anche per l’Italia, con il rischio di un ulteriore indebolimento di Stellantis e della sua produzione.