Ddl anti-Scarpinato e De Raho, l’ufficio studi del Senato avverte: “Forti dubbi di costituzionalità”

Il ddl per far fuori Scarpinato e De Raho dalla Commissione Antimafia è a rischio di incostituzionalità. Lo dice l'Ufficio studi del Senato

Ddl anti-Scarpinato e De Raho, l’ufficio studi del Senato avverte: “Forti dubbi di costituzionalità”

Un provvedimento “che pone forti dubbi di costituzionalità, sia per quanto riguarda la nozione di conflitto di interessi in Antimafia, sia perché inciderebbe sulle prerogative del mandato parlamentare”. È lapidario quanto chiaro il parere espresso ieri dall’Ufficio studi del Senato sul disegno di legge che istituisce il conflitto di interesse in commissione Antimafia all’esame del Senato.

Un provvedimento il cui vero nome è ddl antiRoberto Scarpinato e anti-Federico Cafiero De Raho, rispettivamente deputato e senatore del Movimento Cinque Stelle, nonché ex magistrati e monumenti dell’antimafia. Un vero e proprio provvedimento ad personam, anzi contra personam, perché concepito solamente per imporre ai due parlamentari pentastellati di astenersi su una serie di atti della Bicamerale.

Cosa prevede il ddl

Recita infatti l’articolo uno del testo sottoscritto dai senatori di Fdi e da Maurizio Gasparri: “I componenti della commissione che, per la carica ricoperta o per le attività svolte, anche non attualmente, si trovino in una situazione di conflitto di interessi in relazione a determinati fatti oggetto dell’inchiesta da parte della commissione, devono astenersi dalla partecipazione ai lavori e dalla consultazione della documentazione sui fatti medesimi, qualora ciò possa recare pregiudizio alla obiettività delle indagini e degli accertamenti svolti dalla medesima Commissione”.

Unico caso di conflitto di interesse previsto

Insomma, da una parte si impedisce a due figure che hanno fatto la storia giudiziaria della lotta alla mafia di consultare documenti (Scarpinato è stato a lungo magistrato della procura di Palermo e poi procuratore generale a Caltanissetta; De Raho è stato a capo della direzione nazionale antimafia), dall’altra il ddl andrebbe a normare il conflitto di interesse, situazione giuridica che in Italia non è normata in nessun altro ambito.

Anche perché, come ha sottolineato il costituzionalista Roberto Zaccaria, il conflitto di interessi prevede la contraddizione tra una funzione pubblica e un tornaconto privato. Nel caso di due ex magistrati eletti nella commissione bicamerale Antimafia non esistono tornaconti personali.

“Un insulto a Falcone e Borsellino”

Più che comprensibili quindi le proteste di ieri in aula. “Questo Ddl è un insulto alla memoria e alle istituzioni. Prima ancora che contro Scarpinato e Cafiero De Raho, è un provvedimento contro la verità storica sulle Stragi del 1992-93”, ha detto la senatrice M5S Gabriella Di Girolamo, “Strano che a portarlo avanti sia chi ha scelto di impegnarsi in politica dopo la Strage di via D’Amelio. Siamo a uno dei punti più bassi della democrazia parlamentare. Siamo al paradosso in base al quale Antonio D’Ali e Nicola Cosentino, condannati per concorso esterno in associazione mafiosa, hanno fatto i sottosegretari di stato, mentre Scarpinato e De Raho, che mafia e camorra le hanno combattute, non possono lavorare in commissione Antimafia”.

Il vero scopo è neutralizzare le indagini sulla Pista nera

“Veramente i colleghi della maggioranza pensano che dietro le Stragi di Capaci e via D’Amelio ci sia una brutta storia di appalti?”, ha continuato Di Girolamo, riferendosi alla tesi sostenuta dal generale Mario Mori e abbracciata in toto dalla presidente della Commissione Chiara Colosimo, secondo cui Paolo Borsellino non sia stato ucciso perché indagava sulle relazioni Stato-Mafia, con ramificazioni nei rapporti tra Cosa nostra e frange neofasciste (la cosiddetta Pista Nera), ma per una vicenda di appalti truccati.

“Sono sicura che nemmeno loro lo credono, ma è quello che vogliono che pensino gli italiani. Isolare l’attentato di via D’Amelio, come sta facendo la Commissione, e non vederlo in un contesto più ampio di strategia criminale è veramente gravissimo, così non si cerca la verità ma la si allontana”, ha infatti aggiunto Di Girolamo.

“Questo provvedimento è una vera vergogna che vi porterete addosso, se lo approverete vi assumerete una gravissima responsabilità, dimostrando di volere che nulla si sappia sui segreti delle Stragi, di voler consegnare agli italiani come verità una bugia per nascondere le responsabilità criminali dell’eversione nera e dei pezzi deviati dello Stato”, ha concluso la senatrice. La votazione sul provvedimento è attesa per oggi.