La Manovra va ai tempi supplementari. Il Consiglio dei ministri di ieri non è stato sufficiente per la sua approvazione e un ulteriore passaggio è previsto a Palazzo Chigi venerdì. Il Cdm ha approvato solo il Documento programmatico di bilancio da inviare a Bruxelles. Ma il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha illustrato per grandi linee la prossima legge di Bilancio.
Un lungo comunicato del Mef le spiega per sommi capi. “La manovra di finanza pubblica interviene in un contesto in cui permangono forti elementi di incertezza – dice Giorgetti – l’impegno del Governo, in questo scenario, è proseguire da un lato nell’azione di sostegno del potere di acquisto delle famiglie, delle imprese e per il sociale, dall’altro assicurare la sostenibilità della finanza pubblica. Essa è coerente con il percorso della spesa netta indicato nel Piano strutturale di bilancio di medio termine 2025-2029 e confermato nel Documento programmatico di finanza pubblica 2025”.
La Manovra sale a 18 miliardi ma sono sempre pochi
Dagli iniziali 16 miliardi di euro la Manovra lievita un po’, ma è poca cosa. La legge di Bilancio dispone di interventi per circa 18 miliardi medi annui. Per quanto riguarda il capitolo fiscale viene confermato il taglio dell’Irpef per quella che riguarda la seconda aliquota, che dall’attuale 35% passerà al 33% con uno stanziamento nel triennio pari a circa 9 miliardi euro.
Nel capitolo inflazione, per l’adeguamento salariale al costo della vita sono stanziati per il 2026 circa 2 miliardi. Sono prorogate per il 2026, le stesse condizioni previste per l’anno 2025, le disposizioni in materia di detrazione delle spese sostenute per interventi edilizi, si legge nella nota di via XX Settembre. Anche per il prossimo anno quindi i lavori sulle prime case avranno una detrazione del 50%, al 36% per le seconde case.
Torna il superammortamento per le imprese
Nell’ambito degli interventi finalizzati al sostegno delle imprese e, più in generale, dell’innovazione si favoriranno gli investimenti in beni materiali attraverso la maggiorazione del costo di acquisizione valido ai fini del loro ammortamento, per un valore complessivo di quattro miliardi di euro. Saranno presenti nel triennio il credito d’imposta per le imprese ubicate nelle zone economiche speciali (ZES) e, nella misura di 100 milioni di euro nel triennio 2026-2028, per le zone logistiche semplificate (ZLS).
Viene rifinanziata anche la misura agevolativa “Nuova sabatini”. E poi una nuova proroga al 31 dicembre 2026 della plastic e sugar tax. Verranno stanziati nel triennio circa 3,5 miliardi per la famiglia e contrasto alla povertà.
Via dall’Isee la prima casa
Inoltre si introduce una revisione della disciplina per il calcolo dell’Isee, che interviene sul valore della casa e sulle scale di equivalenza, con effetti complessivi di quasi 500 milioni di euro annui. Per il capitolo Sanità, ai rifinanziamenti previsti l’anno scorso dalla legge di bilancio si aggiungono 2,4 miliardi di euro per il 2026 e 2,65 miliardi per il biennio successivo.
Molto sul vago il discorso relativo alle coperture. Oltre agli effetti di miglioramento del quadro di finanza pubblica anche dovuti alla rimodulazione del PNRR, concorrono al finanziamento della Manovra, sul versante delle entrate, le risorse reperite a carico degli intermediari finanziari e assicurativi e, dal lato della spesa, interventi sugli stanziamenti di bilancio. Il contributo che potrebbe arrivare dalle banche e dalle assicurazioni, secondo indiscrezioni, dovrebbe ammontare a circa 4,5 miliardi.
Oltre che sulle banche si tratta su pensioni e rottamazione
Ma la trattativa non è ancora chiusa. “Nella Manovra saranno definite anche le iniziative di pacificazione fiscale rivolte ai contribuenti e sulle pensioni (aspettativa di vita)”, precisa il Mef. Possibile un congelamento dell’innalzamento dell’aspettativa di vita collegata alle pensioni e che scatta dal 2027 ma, secondo le indiscrezioni sarebbe selettivo escludendo, cioè, alcune categorie come i lavori usuranti e quelli precoci. Spunta, in alternativa, l’ipotesi dell’innalzamento di un solo mese all’anno fino al 2029.
Si lavora ancora sui dettagli della pace fiscale che dovrebbe riguardare tutto l’anno 2023. L’ipotesi più accreditata resta quella di 108 rate in 9 anni, sarebbero esclusi coloro che non hanno mai presentato la dichiarazione dei redditi. Spostandosi da Palazzo Chigi al forum di Coldiretti, Giorgetti ha messo le mani avanti.
“Prima di allocare le risorse per gli altri ministri che anche oggi hanno fatto le loro richieste, parto da meno 80 miliardi che sono gli interessi che devo pagare”, ha detto il ministro, spiegando che “bisogna fare debito buono, c’è una responsabilità nel creare debito e questo governo è tornato in avanzo primario”. A pagare il conto, però, è stata la crescita.