Antisemiti e faziosi. Sono le accuse rivolte dopo la partita Italia-Israele ai due giornalisti della Rai, Jacopo Cecconi e Alessandro Antinelli, dalla destra. Il primo sarebbe “reo” di volere la distruzione dello Stato di Israele per aver detto in diretta: “L’Italia ha la possibilità di eliminare Israele almeno sul campo, vincendo”. Una frase, che come spiega l’Usigrai “non faceva alcuna allusione a vicende politiche, solo il riferimento a questioni di campo: la nazionale di calcio, infatti, poteva battere Israele sul rettangolo di gioco, come è avvenuto, anziché aspettare i risultati degli altri incontri o l’esclusione a tavolino da parte della Fifa, ipotesi circolata nelle scorse settimane”. Solidarietà a Cecconi è stata espressa dal Pd, che ha parlato di “polemica strumentale”.
Attaccato per aver ricordato la morte di oltre 200 giornalisti a Gaza
Il telecronista Antinelli, invece, è finito sotto accusa per aver mostrato un fiocco nero in memoria dei giornalisti uccisi a Gaza. Tanto è bastato a Carlo Giovanardi per attaccare a testa bassa (seguito da tutta la maggioranza): “I giornalisti Rai Cecconi prima e Antinelli dopo, hanno superato ogni limite di faziosità e scorrettezza utilizzando il servizio pubblico, per il quale tutti sono costretti a pagare un canone annuale, come tribuna della loro propaganda antisemita”.
In difesa di Antinelli è scesa la presidente della vigilanza Barbara Floridia: “Grazie ai giornalisti che hanno mostrato un fiocco nero dopo la partita di ieri tra Italia e Israele. Il loro gesto ha dato prova di cosa significa essere un giornalista con la schiena dritta che lavora per il servizio pubblico. La loro testimonianza e’ il segno concreto della professionalità e del senso di responsabilità che la stragrande maggioranza dei giornalisti Rai mettono in prima persona di fronte alla tragedia del genocidio a Gaza e al sacrificio dei giornalisti uccisi nella Striscia”.
Silenzio tombale della Rai su Boccia
Intanto non si placano le polemiche per il caso di Incoronata Boccia, la direttrice dell’Ufficio stampa Rai che aveva attaccato il modo – a suo dire – fazioso con il quale la stampa italiana (Rai compresa) aveva raccontato la tragedia di Gaza, strumento della propaganda di Hamas e aveva sostenuto che non vi siano prove dell’uccisione di civili da parte di Israele. A tre giorni dal caso, i vertici di Viale Mazzini non hanno ancora detto una parola. Anche ieri l’Usigrai ha sollecitato l’azienda a prendere posizione. Così come tutti i Cdr delle testate Rai. “Le parole di Boccia sono la prova definitiva che la Rai è diventata TeleMeloni, il megafono delle fake news di questo governo, ma non è accettabile, non è accettabile che non ci sia stata una presa di distanza netta da parte dell’azienda, come si fa a non vedere 60.000 palestinesi sono stati uccisi dall’esercito israeliano, tra cui, come sappiamo, decine di migliaia di bambini”, ha dichiarato Elly Schlein.
A favore della giornalista vicina al centrodestra si è espressa invece la Comunità ebraica milanese, che l’ha definita una “perseguitata per aver detto le cose come stanno”.