Dalla Manovra una brutta notizia: sfumano il bonus da 100 € e la detassazione della tredicesima

Nelle bozze della manovra spariscono bonus 100 € e detassazione della tredicesima. Ecco chi ci perde e quanto inciderà sulle buste paga.

Dalla Manovra una brutta notizia: sfumano il bonus da 100 € e la detassazione della tredicesima

Durante la scorsa estate il Governo aveva rilanciato l’idea di una detassazione della tredicesima per aumentare il potere d’acquisto dei lavoratori e sostenere i consumi nel periodo natalizio. Allo stesso modo, il ritorno del bonus da 100 € – un contributo simbolico già riconosciuto negli anni passati ai redditi medio-bassi – era stato ipotizzato come misura di “aiuto una tantum”.

Nelle ultime bozze della Manovra 2026, però, entrambe le misure sono scomparse. La tredicesima continuerà ad essere tassata come le altre mensilità, mentre il bonus non sarà prorogato.

Il Documento programmatico di bilancio (DPB) conferma la volontà del Governo di mantenere la rotta sul contenimento della spesa, rinunciando a misure giudicate troppo onerose.

Perché la detassazione è stata accantonata

Secondo i dati della Cgia e le stime riportate da Fiscomania e dal Corriere della Sera, le tredicesime erogate ogni anno ai lavoratori dipendenti valgono circa 59 miliardi di euro lordi, con un gettito fiscale IRPEF stimato in oltre 14 miliardi.

Detassare completamente la tredicesima avrebbe comportato un costo superiore ai 10 miliardi di euro, difficilmente compatibile con i vincoli di bilancio e con le regole fiscali europee.

Per questo motivo, la misura è stata considerata non sostenibile, nonostante le richieste di alcune forze politiche e le proposte avanzate dal vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani.

Resta, tuttavia, l’ipotesi di una detassazione parziale o selettiva, limitata ai redditi più bassi, ma per ora solo a livello di proposta.

Tredicesima pienamente tassata: cosa significa per i lavoratori

L’assenza della detassazione comporta che la tredicesima continuerà a essere tassata con le aliquote IRPEF ordinarie (23 %, 35 %, 43 %) e con i contributi previdenziali, esattamente come avviene oggi.

In termini pratici, un lavoratore con uno stipendio netto mensile di 1.700 € riceverà una tredicesima di circa 1.400 € netti, invariata rispetto al 2024.
L’eventuale alleggerimento fiscale avrebbe potuto garantire tra 80 e 120 € in più in busta paga, a seconda del reddito e delle detrazioni.

Anche il bonus 100 € – previsto per chi ha redditi fino a 28.000 € – non sarà rinnovato, cancellando un ulteriore sostegno economico in un periodo di inflazione ancora percepita.

Le risorse spostate su altre priorità

Dalle ricostruzioni di stampa, emerge che la decisione sarebbe legata a una scelta di priorità: le risorse disponibili verranno destinate al blocco dell’aumento dell’età pensionabile per i lavori gravosi, al rafforzamento della sanità pubblica e al finanziamento della riduzione delle aliquote IRPEF già in corso.

In sostanza, la manovra privilegia interventi strutturali e duraturi rispetto a misure temporanee o simboliche.

Ipotesi ancora in discussione

Nonostante l’esclusione attuale, nel dibattito politico restano aperti alcuni scenari:

  • Aliquota agevolata per la tredicesima (5 % o 10 %) limitata ai redditi medio-bassi.
  • Detassazione di straordinari, festivi e premi di produttività, come già avvenuto in passato con aliquote ridotte.
  • Bonus selettivi gestiti dai contratti collettivi o dalle imprese, in sostituzione del bonus statale.
  • Possibilità di emendamenti parlamentari durante l’iter della legge di bilancio che possano reintrodurre parzialmente gli sgravi.

Al momento, tuttavia, si tratta solo di ipotesi politiche: nel testo della bozza ufficiale non ci sono riferimenti a tali misure.

FAQ – Domande frequenti

Il bonus 100 € era ancora attivo nel 2025?
Sì, ma in forma ridotta. Viene ora cancellato nella Manovra 2026.

La detassazione della tredicesima era già legge?
No, era un’ipotesi annunciata ma mai inserita in un testo normativo.

Cosa significa “tredicesima tassata”?
Che viene applicata la normale aliquota IRPEF e i contributi, senza agevolazioni specifiche.

Potrebbe tornare in futuro?
Solo se in Parlamento saranno trovate coperture economiche adeguate e compatibili con i vincoli di bilancio.