Di Trapani (Fnsi): “Colpire Ranucci significa attentare alla libertà di stampa, subito una legge contro le querele bavaglio”

Il segretario Fnsi: "Intollerabile sentire su Rai Uno la seconda carica dello Stato dare dei 'calunniatori seriali' a Ranucci e alla sua redazione".

Di Trapani (Fnsi): “Colpire Ranucci significa attentare alla libertà di stampa, subito una legge contro le querele bavaglio”

“Non è più il momento delle parole, ora è il momento di agire. Se la solidarietà è vera, allora servono atti concreti”. È l’appello del presidente della Fnsi Vittorio Di Trapani, che commentando l’attentato a Sigfrido Ranucci, passa all’attacco: “Bisogna tradurre in legge in Italia la direttiva contro le querele-bavaglio”, dice, “e approvare finalmente un’aggravante per i reati contro l’informazione, per le minacce e le intimidazioni contro i giornalisti, perché quando si colpisce un giornalista si colpisce il diritto dei cittadini ad essere informati”.

Presidente, ha parlato di attentato alla libertà di stampa, perché?
“Ma preoccupa il salto di qualità, perché è un attentato contro la libertà di stampa e contro il giornalismo d’inchiesta. Credo che una riflessione dovrebbero farla tutti coloro che hanno continuato a delegittimare e isolare il lavoro di Ranucci. Perché quando si delegittima l’informazione e si isola un giornalista, lo si espone. Mi auguro che gli inquirenti quanto prima riescano a individuare i mandanti e gli esecutori di questo attentato, perché è un attentato che sicuramente punta a colpire Ranucci e la sua redazione, anche se tutti sappiamo che né Sigfrido né la redazione si faranno intimidire”.

Spesso a intimidire e delegittimare i giornalisti sono proprio le figure istituzionali…
“Le istituzioni dovrebbero avere un senso di responsabilità maggiore, proprio perché istituzioni… Non posso fare a meno di ricordare delle offese nei confronti di Ranucci e della sua redazione in prima serata su Rai Uno, dove abbiamo ascoltato da parte della seconda carica dello Stato (Ignazio La Russa, ndr) la definizione di “calunniatori seriali”, senza che il conduttore-artista dicesse una parola! Spero che questo episodio serva a far capire che il giornalismo d’inchiesta va difeso e sostenuto sempre, anche perché è nei doveri del Servizio Pubblico. Ranucci e Report hanno sempre onorato questo dovere.

Da questo episodio può ripartire la battaglia contro le querele temerarie a difesa del giornalismo d’inchiesta?
Credo che questo debba richiamare tutti a capire qual è l’importanza di norme e leggi che tutelino la sicurezza dei giornalisti e la libertà di stampa, affinché si comprenda che in questa richiesta non c’è una difesa di casta, ma la difesa del diritto dei cittadini a essere informati. Chiedere norme per la sicurezza dei giornalisti e tutela per i giornalisti anche dalle querele bavaglio, significa tutelare il diritto dei cittadini ad essere informati. Che, ricordo, è un diritto costituzionale, Art. 21!

Fa specie sentire una politica che oggi difende Ranucci, mentre ieri lo conserva il nemico… Ma il giornalismo d’inchiesta non dovrebbe essere uno strumento di tutela della democrazia da difendere?
“Il giornalismo d’inchiesta è uno strumento di democrazia. Colpire la libertà di stampa, significa colpire la nostra democrazia. È un richiamo che è stato fatto di recente dal presidente della Repubblica. Sono parole che dobbiamo scolpire nella nostra Costituzione”.