Matteo Salvini minaccia le banche e Antonio Tajani va all’attacco del leghista. Non bastavano le divisioni interne alla maggioranza sull’aumento della cedolare secca per gli affitti brevi: la Manovra divide anche sul tema che più di ogni altro ha causato fratture fino all’approvazione in Consiglio dei ministri. L’ultimo scontro interno alla maggioranza nasce dalle parole del leader leghista sulle banche, dopo l’accordo trovato tra i leader di partito in merito al contributo degli istituti e delle assicurazioni alla Legge di Bilancio.
Nuova lite sulle banche, botta e risposta tra Salvini e Tajani
Salvini lancia una sorta di minaccia alle banche: “Se si lamentano – dice – non sono cinque ma sono sei, sono sette”, i miliardi che verranno chiesti. Perché, prosegue il vicepresidente del Consiglio, “tutti possono piangere tranne le banche italiane, è una cosa che non si può sentire”. I toni di Salvini non piacciono a Tajani, che già ha dovuto accettare il tanto odiato, per Forza Italia, contributo alle banche: “Io non credo che si debba avere un atteggiamento punitivo. A parte che non c’è un solo partito al governo, ce ne sono tre. Quindi non è che uno decide per gli altri”.
Un chiaro messaggio a Salvini. Tajani sostiene che un contributo del sistema bancario sia giusto, ma va ricordato che “fa parte del nostro sistema economico”. Per il leader di Forza Italia, non bisogna avere una “visione populista”, con quello che sembra un attacco proprio a Salvini. Per Tajani “odiare le banche è una scelta populista che non risolve alcun problema”, mentre “atteggiamenti di ostilità e dichiarazioni di guerra” sarebbero “controproducenti”.