L’ex presidente francese Nicolas Sarkozy è entrato questa mattina nel carcere parigino de La Santé, dove sconterà una condanna a cinque anni per il caso del presunto finanziamento libico della campagna elettorale del 2007. A 70 anni, Sarkozy diventa il primo ex capo di Stato dell’Unione Europea a finire dietro le sbarre.
L’ex presidente ha lasciato la sua abitazione nel 16° arrondissement di Parigi poco dopo le 10, accompagnato dalla moglie Carla Bruni. Davanti al palazzo, circa un centinaio di sostenitori — tra amici, parenti e fedelissimi — si sono radunati per salutarlo, intonando più volte la Marsigliese. L’iniziativa è stata promossa dal figlio Louis, che ha voluto manifestare così la propria vicinanza al padre.
Durante il trasferimento, Sarkozy ha pubblicato un messaggio su X (ex Twitter), ribadendo la sua innocenza: “State incarcerando non un ex presidente della Repubblica, ma un uomo innocente. Provo profondo dolore per la Francia, umiliata da un atto di vendetta che ha portato l’odio a un livello senza precedenti.”
Secondo il suo avvocato Christophe Ingrain, Sarkozy dovrebbe rimanere in carcere tre o quattro settimane, in attesa che la Corte d’Appello esamini la richiesta di scarcerazione già presentata questa mattina. Nel frattempo, le autorità francesi hanno predisposto un imponente dispositivo di sicurezza attorno alla prigione parigina.
La condanna, emessa il 25 settembre dal Tribunale di Parigi, riguarda l’accusa di associazione a delinquere e finanziamento illecito in relazione ai presunti fondi provenienti dalla Libia di Muammar Gheddafi, utilizzati per sostenere la campagna presidenziale del 2007.
L’arresto e l’incarcerazione di Nicolas Sarkozy segnano una pagina senza precedenti nella storia politica francese e aprono una nuova fase giudiziaria per uno dei leader più influenti del Paese, deciso — come ha scritto nel suo messaggio — a “combattere fino alla fine per dimostrare la propria innocenza”.