È il grande ritorno della “manina”. Oggi come nel 2018. Cambiano i governi, ma le accuse ai tecnici restano. Stavolta il vicepresidente del Consiglio, Antonio Tajani, non parla esplicitamente di manina, ma se la prende con “qualche grand commis” del ministero dell’Economia. Nel mirino, secondo molti, ci finisce Daria Perrotta, ragioniera generale dello Stato, voluta a via XX Settembre da Giancarlo Giorgetti.
Tema dello scontro è l’aumento della cedolare secca sugli affitti brevi (dal 21% al 26%) anche per il primo immobile. A Forza Italia proprio non va giù e così Tajani si prepara allo scontro parlamentare: “Decide la politica” sul tema, afferma ribadendo la sua contrarietà a qualsiasi tassa. Punto su cui trova la sponda di Matteo Salvini e della Lega, anche loro contrari a una misura di cui il Consiglio dei ministri non ha mai discusso.
Tajani all’attacco dei tecnici sugli affitti brevi
La modifica parziale non basta a Tajani che promette battaglia: “Adesso in Parlamento faremo di tutto perché si possa tornare allo stato attuale, cioè nessuna tassa né per chi affitta senza intermediario né per chi affitta con le piattaforme”. D’altronde l’esenzione dell’aumento per chi non passa per intermediari sa tanto di beffa, considerando che quasi tutti gli affitti brevi necessitano di piattaforme online o agenzie. E allora Tajani non può che annunciare l’arrivo di emendamenti al Senato “per eliminare questa tassa, così come lo faremo sull’articolo 18 e sui dividendi”.
Ma il punto non è tanto tecnico, quanto politico. E lo dimostra l’attacco del leader forzista: “Mi pare che ci sia a volte da parte di qualcuno, qualche grand commis del ministero delle Finanze, che ha voglia di punire, di reintegrare le tasse. Ma è la politica che decide”. Su questa battaglia Tajani è alleato di Salvini, che parla di una “tassa sciocca con un gettito minimo che lede l’iniziativa privata e la proprietà privata”. Che è entrata in Manovra inavvertitamente, secondo Salvini, perché prima non se n’è parlato. E per questo dovrà essere “cancellata” in Parlamento.
Scontro aperto sulla Manovra
Parlamento che avrà una dote da 100 milioni di euro per modificare la Manovra. Poca roba, se pensiamo che solo l’aumento della cedolare secca vale 102,4 milioni di incasso. Già con questa modifica, il margine sarebbe finito. D’altronde anche Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento, ritiene che la Manovra “è già chiusa”, con poche correzioni possibili, senza modificare i saldi di bilancio. L’alleanza tra Salvini e Tajani però non regge più di tanto, con il leader azzurro che lancia una frecciatina al leghista sul definanziamento delle metropolitane: “Il ministro responsabile è lui, mi auguro che si occupi di questa cosa che evidentemente gli è sfuggita”.