L'Editoriale

Sangue & cemento

Sangue & cemento

Sarà anche vero, come ripete ormai da mesi il maistream mediatico, che di Trump non ci si può fidare. E fa quasi tenerezza l’inconsolabile pianto delle prefiche di Biden, in lutto per il presidente che la guerra in Ucraina l’ha fomentata e il genocidio dei palestinesi lo ha avallato senza tentennamenti, che ora si disperano per l’avvento alla Casa Bianca del suo successore.

Personaggio certamente sopra le righe e dalle reazioni imprevedibili ma che, a differenza di chi lo ha preceduto, ha tentato di avviare un percorso di pace in Ucraina e ne ha imposto un altro, per quanto criticabile e traballante, ad Israele. Due iniziative che, accendendo un faro sul nulla cosmico della sedicente Unione europea, hanno gettato l’establishment del vecchio continente nello sconforto. Dall’invasione dell’ex repubblica sovietica da parte di Putin in poi, l’Ue non ha fatto altro che fomentare la guerra, con la pretesa di sconfiggere la Russia sul campo di battaglia, e sabotare ogni tentativo di negoziato.

Mentre, dal 7 ottobre 2023, è rimasta inerte di fronte allo sterminio dei palestinesi per mano israeliana fino alle manifestazioni che hanno portato in piazza milioni di europei a sostegno della Flotilla e contro il regime criminale di Netanyahu. Certo, anche Trump si è svegliato tardi: il bombardamento del Qatar da parte di Tel Aviv ha accelerato la fine del supporto Usa ad Israele senza se e senza ma. E anche se la tregua nei territori occupati vacilla e l’obiettivo della pace resta lontano, la mossa del tycoon ha lasciato all’Ue l’esclusiva della vergogna e dell’ipocrisia di chi balbettava qualche parola di condanna senza mai intraprendere un’iniziativa concreta – salvo alcune eccezioni, vedi la Spagna – per fermare i crimini dell’unica democrazia del Medio Oriente.

Il club dei 27 politicamente fallito è tornato a riunirsi ieri intorno al tavolo del Consiglio Ue. In agenda la solita minestra: sanzioni alla Russia e sostegno all’Ucraina fino alla sconfitta di Putin. Quanto alla Palestina, si parla ormai solo della presunta pace per fingere di non vedere che neppure la tregua, già più volte violata, ha fermato le stragi. Ma da Roma a Bruxelles si confida comunque nel Piano Trump. E nell’invito al grande party della ricostruzione. Una colata di cemento (e miliardi) sul sangue degli innocenti.