Le Lettere

Acceleratore cinese

Alla fine la Cina ha ceduto: ha fatto l’accordo con gli Usa su terre rare, soia e TikTok. Quindi ha vinto Trump?
Mino D’Ascenzi
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Gentile lettore, il bicchiere è mezzo vuoto o mezzo pieno? A me pare che il vincitore, se vogliamo vederne uno, sia la Cina. I dazi di Trump cessano di esistere e l’accordo sulle terre rare vale per un solo anno. Trump ottiene di esportare la soia in Cina (e questo era vitale per la sua base rural-elettorale) e la vendita di TikTok che è una piccola bandiera. Piuttosto c’è da dire che, dopo i dazi trumpiani, l’export di Pechino in Usa è crollato del 21%, però nel contempo è aumentato verso il resto del mondo, in modo vertiginoso: +8,1% su base annua. Per zone geografiche la crescita è 8,3% in Europa, 17% in America Latina, 25% in Africa e 20,8% nei Paesi Asean. Quest’ultimo dato significa che, se gli Usa volevano minare l’influenza cinese in Asia, hanno sbagliato colpo. L’Asean ingloba molte “tigri asiatiche”: Vietnam, Cambogia, Laos, Thailandia, Indonesia, Singapore, Malesia, Myanmar, Filippine. Alla sfera di “osservanza” americana rimangono Giappone, Sud Corea e Taiwan. L’India gioca da indipendente e le Filippine, pur legate agli Usa, tengono le mani libere, anche perché nel Paese la popolazione di etnia cinese (un milione di persone) ha una forte influenza su commerci e finanza. Grandi banche filippine, come il Banco de Oro, e varie Casse di risparmio sono state acquistate da gruppi cinesi. Infine, visto che la forte crescita dei commerci cinesi è avvenuta in pochi mesi, potremmo vedere risultati ancora più eclatanti se Pechino continuerà a pigiare sull’acceleratore.