Che questo governo fosse allergico ai controlli di ogni sorta era cosa nota, ogni volta però che se ne fa sfregio rimane sempre la ferita. La Corte dei Conti boccia il progetto del Ponte sullo Stretto. E Matteo Salvini se ne infischia e va avanti. I magistrati contabili hanno deciso di non concedere il visto di legittimità e la registrazione della Delibera Cipess di agosto che aveva approvato il progetto definitivo dell’opera.
Riparte la guerra ai giudici stavolta sul Ponte sullo Stretto
Vicepremier leghista e premier partono ancora una volta all’attacco dei magistrati e di chi è deputato a controllare il loro operato. “La decisione della Corte dei Conti è un grave danno per il Paese e appare una scelta politica più che un sereno giudizio tecnico”, ha affermato Salvini. “Non mi sono fermato quando dovevo difendere i confini e non mi fermerò ora”, ha concluso il leghista.
“È l’ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo e del Parlamento”, ha attaccato Giorgia Meloni.
“La riforma costituzionale della giustizia e la riforma della Corte dei Conti, entrambe in discussione al Senato, prossime all’approvazione, rappresentano la risposta più adeguata a una intollerabile invadenza, che non fermerà l’azione di Governo, sostenuta dal Parlamento”, ha minacciato la premier, rivelando di fatto l’aspetto punitivo di entrambe le riforme da lei citate.
Salvini se ne infischia e tira dritto
Mentre la Corte dei Conti era riunita sulla delibera del Cipess, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti in Parlamento aveva già chiarito che sarebbe andato avanti e in caso di parere favorevole dei magistrati contabili e anche nell’ipotesi di una bocciatura da parte degli stessi. Bocciatura peraltro attesa.
I punti nel mirino dei magistrati contabili
Tra i diversi punti sotto la lente dei magistrati erano finiti le coperture economiche, l’affidabilità delle stime di traffico, la conformità del progetto definitivo alle normative ambientali, antisismiche e alle regole europee sul superamento del 50% del costo iniziale. Le eccezioni sollevate, durante l’adunanza della Sezione centrale della Corte, dal consigliere Carmela Mirabella sarebbero state diverse: tra queste anche quella sulla competenza del Cipess, considerato organo “politico”.
La difesa di Salvini dell’opera a lui cara
Il lavoro svolto sul progetto “è stato serio, articolato e trasparente nel rispetto delle norme italiane ed europee. Il Ponte farà risparmiare tempo, denaro e salute”, ha sottolineato Salvini. Quindi “nessuna violazione, nessun ritiro della delibera Cipess. Il mio impegno è fare questo Ponte e farlo bene”, ha detto il leader della Lega.
“Nessuna opera sarà definanziata per pagare il Ponte da Bolzano a Palermo. Che un Ponte non abbia interesse pubblico lo scopro oggi, un’opera pubblica che coinvolgerà 120 mila posti di lavoro e quindi dire di no a questi posti di lavoro mi sembra curioso da parte di alcune forze politiche o sindacali di sinistra”, ha sottolineato Salvini.
L’attacco di Bonelli al ministro
“Nella delibera Cipess ci sono gravi profili d’illegittimità che sono stati evidenziati dalla Corte dei Conti ed in un paese normale un governo che rispetta la legge e le istituzioni avrebbe ritirato il progetto sul Ponte che sottrae 15 mld di euro ai cittadini dopo aver tagliato fondi al trasporto pubblico”, aveva replicato Angelo Bonelli di Avs. Che dopo la bocciatura ha dichiarato: “Grande vittoria dello stato di diritto, Salvini si deve dimettere”.
Tecnicamente, anche con il parere negativo della Corte dei Conti, il governo può comunque decidere di andare avanti con il progetto.
Infatti nel caso in cui il controllo riguardi un atto governativo, secondo la legge, l’amministrazione interessata, in caso di rifiuto di registrazione da parte della Corte dei Conti, può chiedere un’apposita deliberazione da parte del Consiglio dei ministri, il quale, a propria volta, può ritenere che l’atto risponda ad interessi pubblici superiori e debba avere comunque corso.