Il governo pontifica sulla sicurezza, ma i reati aumentano. E con le riforme Cartabia e Nordio è più difficile perseguirli. Ecco perché

Il governo conduce la battaglia securitaria ma aumentano furti e rapine. Ecco perché le riforme hanno allargato le maglie della giustizia

Il governo pontifica sulla sicurezza, ma i reati aumentano. E con le riforme Cartabia e Nordio è più difficile perseguirli. Ecco perché

In nome della sicurezza hanno introdotto 48 nuovi reati; hanno innalzato le pene; hanno creato “zone rosse” nelle grandi città. Risultato? Secondo i dati del Ministero degli interni nel 2024 sono aumentati i reati commessi e denunciati (+1,7% rispetto al 2023). Un bilancio che da solo dimostra come l’asserita battaglia securitaria ingaggiata dal governo di Giorgia Meloni sia un fallimento. Soprattutto per quanto riguarda i reati predatori, come scippi, rapine di strada e violenze sessuali. Quei delitti cioè che colpiscono maggiormente l’opinione pubblica, facendo aumentare un senso generalizzato di insicurezza.

Colpa delle riforme Cartabia e Nordio

Una débacle dovuta, sia alla crisi socio-economica, sia anche alle inutili – quando non proprio controproducenti – riforme della giustizia varate dagli ultimi due Guardasigilli, Marta Cartabia e Carlo Nordio. Provvedimenti ammantanti da un garantismo di facciata, pensati principalmente per “salvare” i colletti bianchi dalle maglie delle indagini, il cui esito finale è stato un sostanziale allargamento delle maglie per tutti, tra lacciuoli per chi indaga, lungaggini procedurali per chi giudica, iper-garanzie per chi è indagato.

Le 22 scippatrici sparite a Venezia

Un esempio lampante dei danni determinati dalla coppia Cartabia-Nordio è finito sui giornali la settimana scorsa, quando, grazie alla norma sull’interrogatorio preventivo voluta dall’attuale Guardasigilli, 22 scippatrici di Venezia sono riuscite a evitare in massa l’arresto. Le indagate, convocate in tribunale per spiegare le loro versioni, prima che il Gip decidesse su eventuali limitazioni della libertà personale, si sono ben guardate dal presentarsi, come riportato dal Fatto Quotidiano. Sparite.

Erano una sessantina i capi d’accusa contestati, che sarebbero stati probabilmente di più, se la riforma Cartabia non avesse sottoposto all’obbligo di querela della parte offesa la procedibilità per alcuni reati (ve lo vedete il turista scippato che perde ore e ore al commissariato per denunciare una sconosciuta, per un portafogli sottratto…?). Non un caso isolato: nei primi nove mesi dell’anno nella sola città lagunare sono state fermate 130 donne con l’accusa di furto. Solo per sei di loro è scattato l’arresto. E nessuna risulta attualmente detenuta.

Il fallimento delle “zone rosse” di Piantedosi

Altra medaglia in negativo per il governo è il fallimento della politica delle zone rosse nelle grandi città, varata dal ministro degli interni Matteo Piantedosi. Intere porzioni di città soggette a divieti di stazionamento temporanei per contrastare spaccio, rapine, furti e aggressioni. Secondo i dati de Viminale, le tre città col maggior numero di reati commessi – principalmente furti e rapine – sono Milano, Roma e Firenze.

Quasi superfluo ricordare che a Milano è “zona rossa” la stazione di Porta Garibaldi, dove proprio ieri mattina una 43enne è stata accoltellata alla schiena da uno sconosciuto. Alla faccia della sicurezza.

Neanche la deterrenza ha funzionato per prevenire i reati

E anche la cosiddetta “funzione deterrente” delle nuove norme, ha fallito. Basta pensare al provvedimento sui Rave party –  il primo dell’era securitaria by Meloni – e quanto successo a Modena nella notte di Halloween, nell’ex fabbrica della Bugatti di Campogalliano, dove oltre 3mila ragazzi si sono identificati perché “sorpresi” a ballare. E quando sono intervenute le forze dell’ordine, sono nati scontri. Morale: il rave c’è stato comunque, ci sono stati incidenti, nove persone, ritenute gli organizzatori della serata, rischiano da tre a sei anni e una multa da mille a 10 mila euro. Non certo un successo.

De Cristofaro: “Non si governa con la propaganda”

“La destra considera la sicurezza un’emergenza e vince le elezioni usando il tema della sicurezza e non c’è giorno in cui i suoi esponenti non parlino di sicurezza. Peccato che ne parlano solo, perché in Italia sono aumentati i delitti, le sparatorie, i morti”, ha commentato ieri l’Avs Peppe De Cristofaro, “Solo questo fine settimana a Messina e Napoli sono morti un 16enne e un 18enne. Secondo gli stessi dati del Viminale sono aumentati i delitti, e per il secondo anno consecutivo sono stati superati i livelli di criminalità pre-Covid”.

“In tutto questo – prosegue De Cristofaro – stupisce il silenzio del ministro dell’Interno Piantedosi e di Meloni. Da quando c’è la destra al governo, e Piantedosi al ministero dell’Interno, si manganellano gli studenti, si impiegano migliaia di agenti per controllare i cortei per la Palestina e dei centri sociali, si instaurano le zone rosse, aumentano gli sfratti, ma poi in giro per l’Italia si spara all’impazzata, cresce la criminalità di strada, aumentano i furti e le baby gang. Hanno introdotto 48 nuovi reati ma i delitti sono in aumento. Le politiche securitarie di Meloni sono sbagliate, non si governa con la propaganda”, conclude De Cristofaro.