Neanche il tempo di elencare gli effetti nefasti delle riforme Cartabia e Nordio, che gli ultimi dati del Viminale sui reati in crescita certificano i limiti degli interventi normativi parsi fin da subito evidenti. A tutti tranne ai rispettivi autori e alle forze politiche che, dopo averle approvate, continuano a difenderle sebbene indifendibili alla prova dei fatti.
Con la destra legalitaria al governo – o meglio, con ciò che ne resta – crescono i delitti di strada, dalle rapine (+1,8%) ai reati di droga (+3,9%) alle violenze sessuali (+7,5%). Per non parlare dei furti (il 44% delle denunce presentate). Da quelli in abitazione (+4,9%) a quelli di autovetture (+2,3%) dagli scippi (+1,7%) ai furti con destrezza (+0,6%). Una spiegazione delle cause dell’aumento generalizzato di questo tipo di reati prova a darla il magistrato Alfonso Sabella: “Le spaccate delle vetrine di Torino di qualche giorno fa: anche questo reato ora procedibile solo per querela di parte (grazie alla riforma Cartabia, ndr): se fai 100 spaccate (o 100 borseggi), 99 ti vanno bene e uno ti va male e ti denunciano, sai che paghi 500 euro ed esci”.
Ma non è tutto. “Ai processi per direttissima portano le borseggiatrici, c’è la minorenne giudicata dal tribunale per i minori, quella incinta, una che allatta… – spiega ancora Sabella -. Noi giudici facciamo di tutto per metterle in condizioni di non commettere più questi reati, diamo loro divieti di dimora lontanissimi, ma poi ti arriva la settimana dopo l’avvocato con tanto risarcimento, e le devi scarcerare e mandare a casa, con le scuse. E fanno pure statistica come innocenti che vanno in carcere, perché c’è la condotta riparatoria”. Insomma, quasi quasi fare il borseggiatore conviene: si guadagna bene e si rischia pochissimo.
Ma la priorità del governo è la separazione delle carriere. Anche se, a ben vedere, da separare ci sarebbe altro. Tipo certi ministri dai rispettivi ministeri. Prima che facciano altri danni. Del resto se l’obiettivo era salvare dalle inchieste i colletti bianchi, tanto valeva, come dice Sabella, “reintrodurre l’autorizzazione a procedere ed estendeterla a sindaci, assessori, consiglieri regionali…”. Lasciando ai magistrati almeno la possibilità di perseguire i reati commessi da tutti gli altri.