Elezioni USA, i Democratici travolgono Trump: Mamdani nuovo sindaco di New York

I Democratici conquistano New York, New Jersey e Virginia infliggendo una storica sconfitta a Donald Trump nelle elezioni USA 2025.

Elezioni USA, i Democratici travolgono Trump: Mamdani nuovo sindaco di New York

È una notte di svolta per la politica americana: i Democratici infliggono una pesante sconfitta a Donald Trump e conquistano un tris elettorale dal sapore storico. New York, New Jersey e Virginia passano tutte al campo progressista, mentre in Pennsylvania il partito dell’ex presidente Joe Biden mantiene la maggioranza della Corte Suprema statale, bloccando il tentativo repubblicano di ribaltare l’equilibrio di potere. Un risultato che, a un anno dalle prossime elezioni di midterm, appare come un campanello d’allarme per il tycoon tornato alla Casa Bianca e già alle prese con la prima seria battuta d’arresto del suo nuovo mandato.

A fare più rumore è la vittoria di Zohran Mamdani a New York. Trentiquattrenne, socialista, musulmano, di origini indiane e nato in Uganda, Mamdani diventa il più giovane sindaco della metropoli in oltre un secolo e il primo non cristiano nella storia della città. Il suo trionfo, costruito su un’alleanza fra giovani, lavoratori e comunità di immigrati, è il segno di una svolta generazionale dentro il Partito democratico. Ex deputato statale vicino all’ala progressista di Bernie Sanders e Alexandria Ocasio-Cortez, Mamdani ha superato il 50% dei voti battendo nettamente l’ex governatore Andrew Cuomo, riciclatosi come indipendente con l’endorsement dello stesso Trump ed Elon Musk. Il repubblicano Curtis Sliwa non è andato oltre il 10%.

Sostenuto da un programma radicale — bus gratuiti, affitti calmierati, supermercati pubblici e tasse più alte per i ricchi — Mamdani ha conquistato un elettorato stanco del costo della vita e desideroso di una nuova idea di città. Nel suo quartier generale di Brooklyn, tra cori e bandiere, il neo-sindaco ha citato Eugene Debs: “Il sole può essere tramontato sulla nostra città, ma vedo l’alba di un giorno migliore per l’umanità”. Poi ha aggiunto: “Abbiamo rovesciato una dinastia politica. Che questa sia l’ultima volta che pronuncio il nome di Cuomo mentre voltiamo pagina”.

Elezioni USA, i Democratici travolgono Trump: Mamdani nuovo sindaco di New York

Poche ore dopo, il giovane sindaco ha lanciato un messaggio diretto al presidente: “Se qualcuno può mostrare a una nazione tradita da Donald Trump come sconfiggerlo, quella è la città che lo ha fatto nascere. Donald Trump, so che stai guardando: alza il volume”. Parole che suonano come una sfida frontale al tycoon, che dalla sua piattaforma Truth Social ha reagito furiosamente, denunciando presunti brogli e attaccando gli elettori newyorkesi. “Qualsiasi ebreo che vota per Mamdani è uno stupido”, ha scritto, definendo il nuovo sindaco “un comunista, un folle totale e un odiatore degli ebrei”, minacciando di tagliare i fondi federali e persino di “gestire direttamente la città” se l’amministrazione dovesse fallire.

Ma la batosta per Trump non si ferma alla Grande Mela. In Virginia, l’ex agente della Cia Abigail Spanberger ha strappato ai repubblicani la guida dello Stato diventando la prima governatrice donna, affiancata da una vice musulmana e di origini indiane, Ghazala Hashmi. In New Jersey, la deputata ed ex ufficiale della Marina “Mikie” Sherrill ha sconfitto il conservatore Jack Ciattarelli, divenendo la prima donna governatrice del Garden State. Infine, in Pennsylvania, i giudici progressisti Dougherty, Donohue e Wecht sono stati riconfermati, garantendo ai Democratici il controllo della Corte Suprema fino al 2035.

Un quadro che fotografa un’America diversa, più giovane e più variegata, in cui la vecchia ricetta populista di Trump sembra perdere forza. Ma il tycoon, come sempre, non sembra intenzionato ad arretrare. “Il voto è stato truccato, una truffa gigantesca”, ha scritto nella notte, annunciando “indagini legali e penali molto serie”. L’America, ancora una volta, si risveglia divisa. Ma per i Democratici, almeno per oggi, è davvero l’alba di un giorno migliore.

La reazione scomposta di Israele

Davanti al risultato elettorale di New York, il ministro per gli Affari della diaspora di Israele, Amichai Chikli, è apparso furibondo tanto da definire Zohran Mamdani un “sostenitore di Hamas”. “La città che un tempo era simbolo di libertà globale ha consegnato le chiavi a un sostenitore di Hamas, a qualcuno le cui posizioni non sono lontane da quelle dei fanatici jihadisti che, 25 anni fa, hanno assassinato 3.000 dei suoi concittadini”, ha spiegato Chikli, riferendosi agli attacchi dell’11 settembre.

Secondo il politico “la scelta fatta da New York scuote le fondamenta stesse del luogo che ha dato libertà e opportunità di successo a innumerevoli rifugiati ebrei dalla fine del XIX secolo, un luogo che è diventato la sede della più grande comunità ebraica al mondo al di fuori di Israele”. Un cambiamento che “non è avvenuto dall’oggi al domani: è iniziato con l’atmosfera antisionista nei campus universitari, sopraffatta dai soldi del Qatar, è continuato con le violente manifestazioni dei sostenitori di Hamas alla CUNY, alla NYU e soprattutto alla Columbia University, che è diventata la roccaforte del sostegno ad Hamas negli Stati Uniti, e ha raggiunto il suo apice questa mattina, quando l’ultimo dei bulli che sostengono gli stupratori e gli assassini di Hamas è stato eletto sindaco”.

Tutte ragioni per le quali il ministro ha osservato che “New York non sarà mai più la stessa, soprattutto per la sua comunità ebraica. La città sta camminando a occhi aperti nell’abisso in cui è già sprofondata Londra… è inutile sprecare parole affermando che andrà tutto bene. Niente andrà bene in questa città”, concludendo con un invito “agli ebrei di New York a prendere seriamente in considerazione l’idea di stabilire la loro nuova casa nella Terra di Israele”.