L’Italia non l’ha fatto, ma la Libia sì. E così Osama Njeem Almasri è stato arrestato a Tripoli, mostrando la volontà del nuovo governo di Tripoli di collaborare con la Corte penale internazionale. Evidentemente più di quanto non abbia fatto in passato l’esecutivo italiano, che dopo l’arresto nel nostro Paese aveva rispedito Almasri in patria con tanto di volo di Stato.
La procura generale libica aveva ordinato l’arresto del generale con l’accusa di tortura di detenuti, causando anche la morte di uno di loro sotto tortura. La procura parla di abusi, incluse torture e trattamenti crudeli e degradanti. Le prove a supporto delle accuse sono ritenute sufficienti per l’arresto.
Il precedente: l’arresto e il rilascio in Italia
Almasri il 18 gennaio era già stato arrestato a Torino in seguito al mandato d’arresto della Corte penale internazionale. In quell’occasione, però, si decise si rilasciarlo e rimandarlo in Libia su un volo di Stato, con il ministero italiano della Giustizia che ha scelto di non dare seguito al provvedimento. Proprio per questo caso era stata chiesta l’autorizzazione a procedere nei confronti dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e del sottosegretario a Palazzo Chigi, Alfredo Mantovano. Richiesta però rigettata dalla maggioranza.
Arrestato Almasri, le opposizioni all’attacco
Inevitabilmente l’arresto di Almasri in Libia riaccende le polemiche in Italia, con le opposizioni che attaccano il governo. La segretaria del Pd, Elly Schlein, ricorda come si tratti dello “stesso criminale che Meloni, Nordio e Piantedosi hanno liberato e riaccompagnato a casa con un volo di Stato”. “Evidentemente – continua Schlein citando il ministro degli Esteri Antonio Tajani – per la procura in Libia il diritto internazionale non vale solo fino a un certo punto, come per il governo italiano. Questa è una figura vergognosa a livello internazionale per cui il governo deve chiedere scusa agli italiani”.
Parla di “umiliazione” per il governo Meloni Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle. Per Nicola Fratoianni, di Avs, “quello che Nordio, Piantedosi e Mantovano hanno impedito a gennaio, violando la legge, ora accade in Libia. Un po’ di vergogna dalle parti di Palazzo Chigi no eh?”. Per Matteo Renzi, leader di Italia Viva, è stato scritta “una pagina vergognosa nella storia delle istituzioni del nostro Paese”.