Sanità a pezzi, gli italiani rinunciano alle cure ma la Manovra non fa nulla

Cnel, Corte dei Conti e Istat fanno a pezzi la Manovra sul tema della Sanità. E sempre più italiani devono rinunciare alle cure.

Sanità a pezzi, gli italiani rinunciano alle cure ma la Manovra non fa nulla

Un vero e proprio disastro. Lo aveva denunciato la Fondazione Gimbe, lo aveva sottolineato la Cgil e ora lo confermano anche Istat, Corte dei Conti e Cnel: la Manovra penalizza ancora una volta la Sanità. Con meno fondi, organici ridotti e i problemi che vengono ancora una volta affrontati solo parzialmente.

Il primo allarme, durante le audizioni in commissione Bilancio di Senato e Camera, lo lancia il Cnel. Che parla delle carenze di personale ma anche delle liste d’attesa. E aggiunge come non sia stata risolta la questione delle “disuguaglianze esistenti sul territorio”.

Sanità, triplo allarme sulla Manovra

Il Cnel sottolinea che il rapporto tra spesa sanitaria e Pil resterà al 6,3% per poi scendere progressivamente fino al 6% nel 2028. Insomma, nonostante una crescita della spesa in termini assoluti di circa 8 miliardi, si va incontro a un definanziamento. Per il Cnel servirebbero più risorse per smaltire le liste d’attesa e per assumere nuovi addetti sanitari.

La Corte dei Conti, invece, sottolinea che l’aumento delle risorse previsto dalla Manovra non è sufficiente a rispondere alle criticità del settore. Anche perché si parla di un definanziamento rispetto al Pil che porterà la quota al 5,92% nel 2028. E invece vanno affrontati con urgenza diversi problemi, dalla crescita dei costi per i contratti del personale alla spesa per i farmaci. Senza dimenticare che l’invecchiamento della popolazione graverà sul sistema sanitario.

L’ultimo allarme è quello lanciato dall’Istat, che parla di “gravi criticità sull’accesso alle cure e sul ricambio del personale”. Inoltre, cresce la spesa privata delle famiglie, che è salita quest’anno a 41,3 miliardi. Inoltre l’Italia ha anche la quota più alta di medici anziani in Europa, con il 44,2% di over 55. In calo, infine, i medici di medicina generale e anche gli infermieri sono meno della media Ue. L’ultima questione è quella relativa alla rinuncia alle cure: nel 2024 un italiano su dieci non ha fatto esami o visite per le liste di attesa, per le difficoltà economiche o per quelle logistiche. Per un totale di 5,8 milioni di persone che hanno rinunciato alle cure, contro i 4,5 dell’anno precedente. Un bel balzo.