“Kiev voleva scatenare la guerra tra Mosca e Nato”. La Russia svela il piano dell’Ucraina e dopo bombarda tutto il Paese

"Kiev voleva scatenare la guerra tra Mosca e Nato". La Russia svela il piano dell'Ucraina e dopo bombarda tutto il Paese

“Kiev voleva scatenare la guerra tra Mosca e Nato”. La Russia svela il piano dell’Ucraina e dopo bombarda tutto il Paese

Ormai ci siamo abituati al fatto che la guerra in Ucraina, a dispetto dei proclami di Donald Trump, sembra destinata a durare ancora a lungo. Del resto, passano settimane, mesi e anni, ma la diplomazia non riesce a superare uno stallo ormai più che evidente. Il conflitto, infatti, va avanti senza sosta, con Mosca e Kiev che se le danno di santa ragione e si scambiano sia la responsabilità per i mancati progressi nei negoziati, sia accuse di terrorismo.

Accusa pesante

L’ultima è quella mossa dal Servizio Federale di Sicurezza russo (Fsb) nei confronti dell’Ucraina di Volodymyr Zelensky, che secondo gli 007 stava pianificando “un’operazione militare ad alto rischio”, progettando di “dirottare un Mig-31 russo equipaggiato con un missile supersonico Kinzhal per simulare un attacco contro la più grande base aerea della Nato, a Costanza, in Romania”, coinvolgendo presuntamente anche il Regno Unito.

Per il dirottamento, sempre secondo la Fsb, che ha diffuso anche alcuni audio ritenuti compromettenti per l’intelligence ucraina, Kiev avrebbe cercato di reclutare alcuni piloti russi offrendo loro 3 milioni di dollari, al fine di creare un potenziale casus belli che avrebbe potuto portare a uno scontro diretto tra Russia e Nato.

Difficile sapere come stiano davvero le cose, anche se non sembra casuale il fatto che queste accuse arrivino il giorno dopo le rivelazioni del Wall Street Journal, secondo cui il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream, avvenuto nel 2022 e per anni attribuito senza prove alla Russia di Vladimir Putin, sarebbe stato organizzato dall’allora comandante in capo delle forze armate ucraine, Valeriy Zaluzhny.

Quel che è certo è che, in risposta a quella che il Cremlino definisce una “provocazione”, la Russia ha lanciato un imponente attacco. Le Forze Aerospaziali russe hanno colpito il principale centro di intelligence elettronica dell’Ucraina a Brovary, nella regione di Kiev, e anche l’aeroporto di Starokostiantyniv, dove sono di stanza gli F-16 ucraini. Si è trattato, insomma, di una vera e propria punizione per il presunto attentato che Kiev, secondo Mosca, stava preparando e che, secondo la Fsb, avrebbe potuto avere “conseguenze imprevedibili” sul piano internazionale.

Botta e risposta

Ma non è tutto. Oltre alla “rappresaglia” per il presunto attentato sventato, le forze russe hanno lanciato una serie di attacchi con droni sulla regione meridionale di Odessa, danneggiando infrastrutture energetiche e impianti della compagnia ferroviaria Ukrzaliznytsia, provocando incendi e feriti. Gli attacchi hanno interessato anche il Donetsk, con l’aviazione di Mosca che, bombardando, ha causato due morti a Kramatorsk e uno a Kostiantynivka.

In tutto questo prosegue il duplice assedio a Pokrovsk, dove la situazione sta rapidamente precipitando, e a Kupyansk, nella regione di Kharkiv, dove i combattenti russi del gruppo Zapad hanno preso il controllo della parte orientale della città, cruciale per la difesa ucraina lungo il fiume Oskol.

Ma, soprattutto, i russi hanno approfittato delle condizioni meteo avverse e della nebbia per penetrare a Pokrovsk, nella regione di Donetsk, dove sono entrati oltre 300 invasori in città. E non va meglio nella regione di Zaporizhzhia, dove le forze ucraine si sono ritirate dalle posizioni vicine a cinque insediamenti in seguito all’intensificarsi delle azioni russe. Anche Zelensky si è così ritrovato ad ammettere che la situazione in queste due regioni “rimane difficile”, con le truppe di Mosca che “aumentano il numero e l’entità degli attacchi”.

Di fronte all’intensificarsi degli attacchi, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha nuovamente invocato l’aiuto degli alleati occidentali, chiedendo a Usa e Ue nuovi sistemi anti-aerei da dispiegare il prima possibile. Davanti ai raid russi, però, l’esercito ucraino non è rimasto a guardare. Nella notte, droni ucraini hanno colpito una raffineria di petrolio nella regione russa di Saratov, provocando anche danni alle infrastrutture civili. L’attacco è stato duramente condannato dalla Russia, definito una “azione barbara” e accompagnato dalla promessa di “vendetta”.