I guai giudiziari per la ministra del Turismo, Daniela Santanchè e le sue ex aziende non finiscono mai. Dovrà tornare davanti a un collegio del Tribunale di Milano, Visibilia srl in liquidazione, una delle società del gruppo editoriale fondato dalla ministra e già una volta mandata a processo assieme alla stessa parlamentare e ad altre persone accusate di falso in bilancio e violazione della legge 321.
Riformulate le accuse contro Visibilia
Dopo la dichiarazione di nullità del capo di imputazione per “indeterminatezza” e “genericità”, eccezione proposta in aula dall’avvocato Giovanni Morgese, e il regresso della posizione della srl alla fase dell’indagine preliminare, ieri la gup Anna Calbi ha disposto un nuovo rinvio a giudizio. La procura ha fornito nuovi elementi che hanno permesso al Gup di integrare il capo d’imputazione e delineandolo meglio.
A giugno la sentenza per l’altro filone del processo
Per la società, imputata per la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti, il nuovo dibattimento si aprirà il prossimo 16 dicembre sempre davanti alla seconda sezione penale. Sezione che sta già celebrando il filone principale del procedimento che, verosimilmente, riacquisterà questo piccolo pezzo perso in seguito alla formulazione del capo di incolpazione: secondo il legale, così per come era stato scritto, comprometteva il diritto di difesa. Infatti la tranche del procedimento a carico, tra gli altri, della senatrice di Fdi, del suo ex compagno Giovanni Canio Mazzaro, del suo compagno Dimitri Kunz, della sorella e della nipote, riprenderà il prossimo 18 dicembre. La sentenza in primo grado, secondo il calendario elaborato dalla corte il mese scorso, è attesa non prima dell’estate 2026.
Il processo per la presunta truffa all’Inps, invece, appare arenato. Ancora si attende una decisione sull’eventuale rinvio a giudizio, ma dopo la richiesta del Parlamento di sollevare il conflitto di attribuzioni dinnanzi alla Corte costituzionale ha sicuramente allungato i tempi del procedimento.