Rendete pubblici tutti i documenti, perché “non c’è niente da nascondere”. È la grande giravolta di Donald Trump, che non potendo fermare la pubblicazione di tutti i file del caso Jeffrey Epstein, il pedofilo amico di presidenti ed ex presidenti morto in carcere nel 2019, si è visto costretto a invitare i repubblicani della Camera a votare sì alla richiesta che obbligherebbe il dipartimento di Giustizia a rilasciare tutti i documenti.
Trump costretto a dire sì ai file di Epstein
Un’inversione di rotta dovuta alla consapevolezza che decine di repubblicani avrebbero votato a favore della pubblicazione. Il rischio per Trump era quello di mostrare una spaccatura nel partito, e l’assenza di presa sui repubblicani, una doppia immagine che avrebbe potuto avere effetti dirompenti sulla sua leadership.
Ma dovrà dare l’ok alla pubblicazione anche il Senato
Per il New York Times, però, la pubblicazione resta a rischio. Il voto a favore della Camera non basterà: servirà anche quello de Senato, dove però servono almeno 60 sì. Al momento i democratici hanno 47 voti. Inoltre, anche se si trovassero i 13 sì mancanti, non è detto che tutti i documenti verranno rilasciati: con l’apertura dell’inchiesta, ordinata da Trump e subito avviata dalla procuratrice generale Pam Bondi, sui legami tra l’ex presidente Bill Clinton ed Epstein, una parte dei documenti dell’Fbi non verranno resi pubblici perché faranno parte dell’inchiesta. Bondi ha il potere di indirizzare l’indagine e di incidere su quali file considerare riservati e quali no.
Trump furioso con i giornalisti
Quando un giornalista ha chiesto a Trump se l’apertura dell’inchiesta non fosse una “cortina fumogena” alzata sulla storia, per tenere blindati i documenti più imbarazzanti, il tycoon si è infuriato e ha insultato il reporter, definendolo “terribile”. Il dubbio, secondo alcuni media americani, è che l’inchiesta su Clinton possa rappresentare un modo per congelare una serie di file. Si vedrà. Intanto per oggi è in programma il voto della Camera. Un passaggio che, nonostante la sicurezza ostentata, il presidente avrebbe sicuramente preferito evitare.