La domanda era semplice: quanti sono stati gli extracosti a carico dello stato per completare il Villaggio Olimpico di Milano e l’Arena Santa Giulia, opere olimpiche in teoria a totale carico dei privati? La risposta del ministro Andrea Abodi ieri durante il question time alla Camera, invece, non è stata altrettanto lineare.
Tuttavia ha confermato quanto già si sapeva: per il Villaggio Olimpico non è possibile quantificare quanto sia stata l’iniezione di denaro pubblico, perché il Comune di Milano non ha fornito i dati; per l’Arena c’è stata una prima tranche di soldi, 21 milioni, seguiti da altri 30 milioni. Tuttavia, e qui sta la genialità dell’arteficio retorico-amministrativo utilizzato nella risposta, non si può parlare di contributo dello Stato alle due opere. Un paradosso spiegato dallo stesso Abodi.
Per il Villaggio Olimpico nessun dato comunicato dal Comune di Milano
Per il Villaggio Olimpico, infatti, per il ministro “il soggetto competente in merito a tali siti è il Comune di Milano” e “dagli elementi in possesso del Governo, non risultano stanziamenti di contributi pubblici sul Villaggio Olimpico”. Quindi il ministro dello Sport ammette di non sapere se il Comune di Milano ha dato o meno soldi pubblici al villaggio costruito dalla Coima di Manfredi Catella, quasi fosse un’operazione solo tra il costruttore e Palazzo Marino.
In realtà Abodi ha ammesso che col Decreto sport di giugno scorso (DL 96/2025) il governo ha autorizzato Comune di Milano e Regione Lombardia a coprire gli extracosti di alcune infrastrutture chiave, tra cui proprio i maggiori oneri di costruzione del Villaggio Olimpico. Sul “quanto” di vedrà in seguito, evidentemente…
Sul punto aveva chiesto informazioni con un accesso agli atti il direttore di Altraeconomia, Duccio Facchini, ma gli erano state negate da palazzo Marino, tanto che il giornalista aveva dovuto ricorrere al Tar (e vincere, con relativa condanna di Comune e società costruttrici) per accedere ai documenti.
A Santa Giulia 51 milioni di extra-costi (mascherati). Ecco come
Circa Santa Giulia, invece, le cose sono un può più chiare: ribadendo che è il Comune di Milano il soggetto competente “e non avendo lo stesso fornito alcun elemento di ausilio alla completezza delle relative informazioni”, Abodi ha confermato che col solito Decreto Sport si è “autorizzato in favore del Comune di Milano un contributo pari a euro 21 milioni per l’anno corrente“, come all’epoca svelato da La Notizia.
Non solo, ha confermato che contemporaneamente è stato disposto “un contributo (pubblico, ndr) per il 2025 pari a 30 milioni di euro per assicurare la stipula da parte del Dipartimento per lo sport di convenzioni funzionali alla messa a disposizione, per futuri eventi sportivi di interesse nazionale e internazionale e per un arco di tempo pluriennale, dell’Arena Pala Italia Santa Giulia”.
Tradotto: lo Stato ha pagato in anticipo l’affitto di una struttura non finita per manifestazioni ancora non stabilite (anche questo era stato anticipato da La Notizia), un escamotage per evitare l’accusa di aiuti di stato. In sintesi: non si sa quanti siano gli extra-costi del Villaggio, ma si è autorizzato il Comune a pagare. Per l’Arena sono stati staccati due assegni da 21 e 30 milioni.
Zanella: “Vogliamo sapere gli extra-costi di tutte le opere”
Al ministro ha risposto in aula l’Avs Luana Zanella: “Abodi conferma che esistono extra-costi senza spiegare come si siano formati. Anche se, già in sede di acquisto dell’area per l’impianto di Santa Giulia, Regione Lombardia e Comune di Milano si erano impegnati con la società esecutrice Coima a coprire il deficit di finanziamento iniziale”.
“Il Ministro assicura solo che non sono state date risorse ai privati per la copertura degli extracosti: ma se il Governo dà risorse al Comune che poi li gira alle imprese questa si chiama partita di giro” aggiunge Zanella, che rilancia: “A questo punto chiediamo una relazione completa al Parlamento per sapere a quanto ammonta fino ad oggi l’incremento dei costi per tutte le opere realizzate per lo svolgimento della Milano – Cortina”.
Per Abodi le opere olimpiche saranno finite in tempo
Ma ieri Abodi ha anche assicurato che “le opere necessarie e indifferibili saranno tutte ultimate in tempo utile per lo svolgimento dei Giochi, nel pieno rispetto dei cronoprogrammi presentati”. “Dei 98 interventi previsti per lo svolgimento delle Olimpiadi e di legacy sulle opere stradali e ferroviarie, alcune sono stati concepiti sin dall’origine in termini di eredità post olimpica in ottica, di sviluppo e rilancio della dotazione infrastrutturale dei territori interessati dall’evento”, ha ricordato ribadendo che l’attuazione degli interventi sportivi “procede nel rispetto del piano”.
Ma la realtà è un’altra: pronti solo 9 progetti su 98
La realtà (non retorica) recita: su 67 “opere legacy”, 2 sono concluse, 33 in esecuzione; 3 in fase di gara, 29 in fase di progettazione. Per quelle direttamente connesse ai giochi: su 31 interventi, 7 sono conclusi, 24 risultano in esecuzione. Dei 98 interventi previsti (47 impianti sportivi e 51 infrastrutture di trasporto) a oggi ne sono stati completati solo 9, a fronte di un costo totale che ha toccato quota 3,4 miliardi di euro.