L’amministrazione Usa guidata da Donald Trump, secondo quanto riferiscono Axios e Politico, pare abbia collaborato segretamente con la Russia per arrivare alla stesura di un nuovo piano per porre fine alla guerra in Ucraina sul modello di quanto proposto per Gaza. La veridicità e la fattibilità di questo piano sono ancora tutte da verificare. Ma rimane un punto indiscutibile: a fronte di quanti stanno lavorando per la fine del conflitto in Ucraina c’è chi continua a fomentare lo shopping militare per l’Europa e per Volodymyr Zelensky.
Danilo Della Valle, europarlamentare del Movimento Cinque Stelle, che ne pensa?
“Purtroppo, penso che la fine della guerra oggi sia ancora lontana. La pace non conviene alla Russia che ha guadagnato terreno sul campo, non conviene agli Stati Uniti che vende armi dell’Ucraina con i soldi degli europei e non conviene agli attuali leader europei perché altrimenti perderebbero la faccia ammettendo di aver sbagliato tutto negli ultimi tre anni. Siamo in un vicolo cieco e l’escalation militare sembra ormai inevitabile visti anche i tanti tentativi di boicottaggio che Gran Bretagna e Unione europea stanno facendo rispetto al dialogo avviato in Alaska fra americani e russi”.
Se davvero esiste il piano Usa, l’Europa ancora una volta viene tagliata fuori dai negoziati e dalla diplomazia, confermando l’attuale irrilevanza?
“L’Ue non ha mai creduto nei negoziati e nella diplomazia e ha avviato un percorso a tappe forzate verso la trasformazione della sua economia in economia di guerra. Se nella scorsa legislatura con il Green deal e la tassa minima sulle multinazionali la parola d’ordine era autonomia strategica, oggi siamo ritornati a essere una colonia degli Stati Uniti. Le decisioni di Bruxelles vengono prese a Washington e non solo sulla politica estera. Pensiamo alle politiche commerciali, fiscali, ambientali, persino sulla regolamentazione dell’intelligenza artificiale la Commissione è pronta a smontare il testo approvato nella scorsa plenaria perché scomodo ai giganti del web americani. Von der Leyen si prenda il passaporto americano, siamo stufi dei suoi tradimenti”.
Per facilitare il movimento “rapido e agevole di truppe, attrezzature e risorse militari in tutta l’Europa”, la Commissione europea e l’Alto rappresentante “rafforzano la prontezza di difesa”, con un pacchetto sulla mobilità militare, che punta alla creazione di una “Schengen militare” il prima possibile. L’Europa sta preparando il campo di battaglia?
“La chiamano Schengen militare per gettare fumo negli occhi dei cittadini. La verità è invece che si stanno investendo ben 17 miliardi per facilitare lo spostamento di carri armati, treni e navi che trasportano armi e caccia. È una cifra di ben 10 volte superiore di quanto previsto nella precedente programmazione finanziaria. Ormai è evidente a tutti che questo meccanismo alimenta un pericoloso scontro militare con la Russia che i cittadini europei non vogliono. Adesso però tocca agli Stati membri e quindi anche al governo Meloni dire su quali porti, aeroporti e linee ferroviarie faranno questi investimenti, nella consapevolezza che questi potrebbero diventare bersagli nel caso di un conflitto di vasta scala. Fermatevi!”.
È giusto continuare ad armare e a finanziare Kiev senza adeguati controlli su che fine fa questo flusso di denaro alla luce dei casi di corruzione in Ucraina?
“L’Ue ha sempre chiuso gli occhi davanti ai troppi casi di corruzione in Ucraina, che è un fenomeno dilagante e pervasivo già da molti anni. Nel nome degli interessi geopolitici Bruxelles chiude gli occhi su come i fondi europei vengono spesi, ma così facendo tradisce gli interessi europei. Alla luce di questo scandalo bisognerebbe dunque avviare una profonda riflessione sull’opportunità dell’ingresso dell’Ucraina nell’Ue”.
La Lega continua a frenare su nuovi aiuti all’Ucraina. È solo propaganda?
“La Lega ha votato tutte le autorizzazioni di invii militari all’Ucraina. Se fossero seri farebbero cadere il governo perché ci stanno portando in guerra, ma sono troppo attaccati alle poltrone per farlo”.