“Mi avete sentito più volte dire che uniti si vince. I margini di vittoria di Fico e di Decaro dimostrano che uniti non si vince, ma si stravince. E anche in Veneto raddoppiamo il risultato”. Così la segretaria dem, Elly Schlein, da Napoli (dal comitato elettorale del “non suo” Roberto Fico), ha commentato a caldo la vittoria del campo largo in Campania e Puglia. “La strada è questa, gli elettori hanno premiato lo sforzo della coalizione e andremo avanti in questa direzione, pronti a sfidare e a battere Giorgia Meloni, che questa sera ha ben poco da festeggiare e anche da saltare…”, ha aggiunto.
Brinda anche Conte per Fico e Decaro (ma più per Fico)
Contemporaneamente festeggiava anche Giuseppe Conte: “Il nostro Roberto Fico è il nuovo presidente della Campania”, ha postato su Facebook, “Non saltellano più”, aggiungendo riferendosi alla chiusura di campagna elettorale del centrodestra. “Abbiamo vinto ascoltando i bisogni delle persone, delle famiglie in difficoltà, dei lavoratori, delle imprese”, ha continuato Conte, “Ha perso chi di fronte alle difficoltà degli italiani saltella e oggi cade rovinosamente. Fico ha battuto sonoramente un candidato di Fratelli d’Italia, un esponente del Governo Meloni, senza mischiarsi a una lotta nel fango.
Per il Movimento 5 Stelle è una doppietta storica: due governatori di Regione in due anni, quando prima non ne avevamo avuto mai nessuno. Questo ci dà ancora più forza e coraggio: lotteremo con le unghie e con i denti per cambiare le cose nel nostro Paese”, ha concluso.
Tutto perfetto? Forse no
Tutto perfetto quindi per il centrosinistra? Non proprio. Al di là dell’evidente vittoria in due regioni su tre, abbastanza scontata, c’erano i grandi dubbi sui numeri e sui margini. E anche dopo il voto positivo i versanti degni di attenzione sono numerosi.
Decaro balla da solo
A patire dalla Puglia, dove Antonio Decaro ha vinto la “sua” elezione (le sue liste hanno preso il 21%, contro il 25 del Pd), rifiutando la logica del Campo largo (non aveva voluto alcun big accanto in campagna elettorale e, anzi, ha fatto una guerra senza quartiere all’ex presidente Michele Emiliano, riuscendo a farlo fuori, e a Niky Vendola, qui missione non riuscita).
Non a caso le sue prime parole dopo la vittoria sono state: “Il presidente lo farò a modo mio, come ho sempre fatto, lo farò senza salire su ring, come fa qualcuno che pensa che la politica sia un ring di pugilato dove vince che ti dà un pugno più forte”. “Quel tipo di politica – ha osservato l’eurodeputato Pd – serve solo ai fan, ai voti, il pubblico però poi va via come abbiamo visto anche in queste elezioni regionali”. “Il presidente lo farò a modo mio – ha ribadito – nemici non ne avrò, soltanto avversari, sono abituato al ruolo istituzionale”. Tradotto: Schlein, Conte e campo largo, state lontani dalla Puglia, dove decido io. Da solo.
Per Fico pericolo stritolamento
Altro tema la Campania: la mina Vincenzo De Luca è stata “disinnescata”, con la lista del presidente uscente che si ferma attorno al 7%. Partito democratico primo partito vicino al 20% e sostanzialmente bene è andato anche il Movimento Cinque Stelle, che raccoglie un 10% al quale va però aggiunto il 5,5% della lista Fico (già molto, considerando gli ultimi trend).
Tuttavia Fico si ritroverà a governare con una maggioranza assolutamente eterogenea, oltre a De Luca ci sarà da fare i conti con Clemente Mastella (4,5%) e con la Casa Riformista. Insomma con molto di ciò che il Movimento ha sempre rifuggito e attaccato. E il rischio di rimanere stritolato è più che reale.
La tenerezza di Manildo
Sul Veneto nessuno si faceva illusioni, anche se il 30%, voto più, voto meno, raggiunto da Giovanni Manildo sembra quasi un “risultatone”, da quanto il centrosinistra partiva in basso. “Elly Schlein mi ha chiamato. È stata molto gentile, è stata una bella telefonata, calda e affettuosa e da qui si riparte. Anche Matteo Renzi mi ha mandato un messaggio e altre persone dei partiti nazionali, proprio per dimostrare che qui in Veneto adesso abbiamo incominciato a fare una coalizione coesa che ha voglia di guardare al futuro in modo ottimista e con un senso di responsabilità”, ha commentato Manildo dal suo quartier generale di Padova.
“Sono molto orgoglioso del lavoro fatto e di aver avuto la responsabilità e l’onore di guidare una coalizione coesa che segna un punto importante” ha aggiunto. Suscitando non poca tenerezza…