La Manovra procede a rilento: accordo su affitti brevi e Isee

Accordo in maggioranza sugli emendamenti alla Manovra su affitti brevi, Isee e dividendi. Si va anche verso l'aumento dell'Irap alle banche.

La Manovra procede a rilento: accordo su affitti brevi e Isee

Un passo avanti rispetto al precedente vertice, di certo, c’è stato. Ma sulla Manovra la maggioranza non ha ancora sciolto tutti i nodi e il rischio è che l’approdo in Aula al Senato per il 15 dicembre si complichi. L’incontro a Palazzo Chigi tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, i capigruppo di maggioranza al Senato e i ministri tra cui Giancarlo Giorgetti, ha portato a trovare alcuni accordi. Il primo è quello degli affitti brevi: la cedolare secca per la prima casa resterà al 21%, con un passo indietro rispetto al 26% scritto in Manovra.

Accordo raggiunto anche sull’ampliamento dell’esenzione Isee sulla prima casa e sulla revisione della tassazione dei dividendi di società e imprese. Una decisione sembra essere stata presa anche sull’aumento di 0,5 punti dell’Irap per grandi banche, portando il prelievo aggiuntivo a 2,5 punti. Un’indiscrezione uscita nel pomeriggio di ieri ma che non trova conferma ufficiale nella nota di Palazzo Chigi. La spiegazione più probabile la si può desumere dalle parole del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, il quale ha annunciato che Giorgetti ne parlerà con gli istituti prima di qualsiasi conferma. Le decisioni “saranno comunicate prima ai soggetti interessati” in modo da essere discusse anche con loro. Seppure una decisione in tal senso sembri già presa.

L’aumento dell’Irap dovrebbe portare un gettito aggiuntivo di poco inferiore ai 200 milioni, con l’ipotesi di prevedere una franchigia per esentare i piccoli istituti. Per quanto riguarda invece gli affitti brevi, nessuna decisione è stata presa sul limite che fa scattare l’attività di impresa. Poi, spiega Palazzo Chigi, durante la riunione è stata anche “chiarita la possibilità di compensazione per i contributi previdenziali delle imprese”.

Manovra, inammissibili gli emendamenti su Mes e Opzione donna

Intanto la presidenza della commissione Bilancio del Senato ha dichiarato inammissibili 105 degli emendamenti segnalati, di cui 18 bocciati per materia e altri 87 per la mancanza di coperture. Resta in piedi, invece, l’emendamento sull’oro di Bankitalia che prevede che “le riserve auree gestite e detenute dalla Banca d’Italia appartengono allo Stato”. Norma su cui la Bce dice di non essere stata consultata. Vengono salvati anche tre emendamenti su quattro riguardanti le sanatorie edilizie, contrariamente a quanto avvenuto per l’emendamento della Lega sulla cessione delle quote del Mes. Per mancanza di coperture viene bocciata anche la richiesta di prorogare Opzione donna, anche se Fratelli d’Italia ipotizza una riformulazione per tornare alla pensione anticipata per le lavoratrici. Inammissibili anche la riscrittura del Piano casa da parte della Lega e l’allargamento della detassazione dei rinnovi contrattuali.