L'Editoriale

L’ultima eurofollia

L’ultima eurofollia

Con questa Europa non c’è mai fine al peggio. Non erano passate neppure ventiquattr’ore dal via libera del Parlamento Ue al Programma per l’industria della difesa europea (Edip) – un altro miliardo e mezzo buttato – che la folle corsa al riarmo dell’Unione europea ha tagliato ieri un altro invidiabile (si fa per dire) traguardo.

Il solito asse tra il Partito popolare e le destre ha messo la firma sull’ultima vergogna denunciata dalla delegazione degli eurodeputati M5S che, “sostituendo il criterio di esclusione delle ‘armi controverse’ dai benchmark di finanza sostenibile con il termine più ristretto ‘armi proibite’…”, di fatto allarga la lista delle armi considerate ammissibili (leggi pezzo a pagina 2). Una sorta di galleria degli orrori nella quale c’è di tutto di più: “Nucleari, uranio impoverito, armi laser accecanti, frammenti non rilevabili, armi incendiarie al fosforo bianco, sistemi d’arma autonomi letali, robot killer”.

E ciò nonostante queste armi, ricordano gli europarlamentari pentastellati, siano “incompatibili con il diritto internazionale umanitario e con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi”. Insomma, l’ultima (?) tappa di una deriva iniziata con l’invasione dell’Ucraina e giustificata con il rischio di una fantomatica invasione dell’Europa da parte della Russia che ha già visto sottrarre dai bilanci Ue e degli Stati membri miliardi a scuole, ospedali, edilizia pubblica, trasporti e lotta alla povertà per destinarli alla spesa militare. Accelerando di fatto la trasformazione dell’Unione europea in una economia di guerra.

Segno evidente che si è ormai superato il limite in un’Europa nata, secondo lo spirito dei padri fondatori, per evitare nuove tragedie come quella del secondo conflitto mondiale, ma che sembra ormai aver perso irrimediabilmente la bussola della sua missione fondativa. Il confine della discrezionalità politica, alla base delle scelte dei vertici europei, è stato ampiamente oltrepassato. E con l’allentamento dei vincoli perfino sulle armi più micidiali e controverse, pure quello dell’etica.