Giorgia Meloni dice sì a un confronto ad Atreju con Elly Schlein. Ma non da sole, perché l’invito è allargato anche a Giuseppe Conte. Perché, spiega Meloni, “non spetta a me stabilire chi debba essere il leader dell’opposizione, quando il campo avverso non ne ha ancora scelto uno”. Quindi un confronto “unico con entrambi” che la presidente del Consiglio allarga a Conte considerando che, “a differenza di Schlein, anche negli anni passati è venuto ad Atreju senza imporre alcun vincolo”. Conte ha già fatto sapere che accetta, pur ricordando che aveva già chiesto lo scorso anno un confronto con Meloni, ma invano. Schlein rifiuta la proposta, accusando Meloni di scappare. Si chiude, almeno per ora, così il caso Atreju che mette in crisi maggioranza e campo largo.
Il caso Atreju si chiude: Meloni accetta il confronto con Schlein e lo estende pure a Conte
L’invito alla segretaria del Pd e la richiesta di quest’ultima di partecipare solo in caso di un confronto diretto con Meloni ha scombussolato i piani di Fratelli d’Italia. Ma crea divergenze anche all’interno del campo largo. Avs, per esempio, a notare come Schlein non dovrebbe accettare un incontro con Meloni dopo il voltafaccia della presidente del Consiglio sul ddl stupro, con le destre che hanno fatto saltare l’accordo sulla norma sul consenso. Anche Avs è divisa sulla partecipazione ad Atreju, con Nicola Fratoianni che non ha accettato l’invito, mentre Angelo Bonelli sì.
E la questione ha messo in difficoltà anche Fratelli d’Italia. Sia perché il partito di maggioranza relativa non vuole farsi imporre le condizioni da Schlein a casa sua, sia perché non vuole legittimare una leader a scapito di un altro. Da qui la decisione di invitare al confronto anche Conte.