Trump conferma la telefonata con Maduro. Per i media statunitensi ha fatto pressioni sul presidente del Venezuela per “abbandonare al più presto il Paese”

Trump ammette il colloquio con Maduro mentre Caracas chiede sostegno all’Opec e denuncia pressioni statunitensi per le dimissioni “immediate”

Trump conferma la telefonata con Maduro. Per i media statunitensi ha fatto pressioni sul presidente del Venezuela per “abbandonare al più presto il Paese”

Donald Trump ha ammesso ciò che da giorni circolava come indiscrezione: il presidente americano ha parlato al telefono con Nicolás Maduro. Lo ha fatto in modo quasi svogliato, a bordo dell’Air Force One, limitandosi a un “la risposta è sì” e a una chiosa altrettanto asciutta: “Non direi che sia andata bene o male. È stata una telefonata”.

Dichiarazioni che non chiariscono il contenuto del colloquio, ma arrivano in un momento in cui Washington ha intensificato la pressione su Caracas, avvertendo che nuovi attacchi contro organizzazioni del narcotraffico potrebbero scattare “molto presto” e invitando le compagnie aeree a considerare chiuso lo spazio aereo venezuelano. Trump ha poi precisato che il suo messaggio non va interpretato come preludio a un’operazione militare imminente, pur definendo il Venezuela “un Paese non molto amichevole”.

Se l’amministrazione statunitense alza il tono, Caracas risponde cercando sponde internazionali. Il governo venezuelano ha infatti dichiarato di aver chiesto aiuto all’Opec per “fermare l’aggressione americana che si sta preparando con sempre maggiore forza”. La richiesta, affidata a una lettera firmata da Maduro e letta dalla vicepresidente Delcy Rodríguez durante una riunione virtuale del cartello, accusa apertamente Washington di voler mettere le mani sulle immense riserve petrolifere del Paese “usando la forza militare”.

Maduro cita anche gli attacchi aerei statunitensi degli ultimi mesi, che avrebbero colpito presunte imbarcazioni legate al narcotraffico nel Mar dei Caraibi e nel Pacifico orientale, causando almeno 83 vittime. Un’azione che, secondo vari esperti citati nelle agenzie, solleva dubbi di legalità e manca di prove concrete.

Trump conferma la telefonata con Maduro. Per i media statunitensi ha fatto pressioni sul presidente del Venezuela per “abbandonare al più presto il Paese”

Sul tavolo resta però il nodo politico più delicato, quello emerso dalle indiscrezioni del Miami Herald sul contenuto del colloquio telefonico. Secondo il quotidiano, la Casa Bianca avrebbe chiesto a Maduro di lasciare il Venezuela “immediatamente” per permettere il ripristino del governo democratico. Le fonti parlano di un’offerta chiara: un passaggio sicuro per lui, la moglie Cilia Flores e il figlio, a patto di dimettersi senza condizioni.

Maduro, sempre secondo queste ricostruzioni, avrebbe risposto proponendo di cedere il controllo politico all’opposizione, ma mantenendo il comando delle forze armate. Una proposta respinta dagli Stati Uniti, così come la sua richiesta di un’amnistia globale. Il rifiuto reciproco ha lasciato sul tavolo soltanto le stesse parole pronunciate poi pubblicamente da Trump: la telefonata c’è stata, ma nulla lascia intendere un avvicinamento.