L’ennesimo scandalo a danno dell’Unione europea, che vede protagonisti nomi assai noti della diplomazia rigorosamente made in Italy, è scoppiato ieri mattina, quando le autorità belghe hanno fermato l’ex Alto rappresentante dell’Ue e oggi rettrice del Collegio d’Europa, Federica Mogherini. Con lei, fermati anche l’ambasciatore Stefano Sannino, ex potentissimo segretario generale del Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE) e attuale direttore generale della DG Mediterraneo della Commissione europea e un terzo italiano, dirigente del Collegio d’Europa.
Tutti e tre sono coinvolti da un’indagine dell’Olaf, l’ufficio antifrode europeo, sotto la direzione della Procura europea (Eppo), che ipotizza presunte irregolarità negli appalti finanziati con fondi europei. Ieri la polizia federale belga avrebbe sequestrato documenti e disposto i tre fermi con l’ipotesi di frode negli appalti pubblici, corruzione e conflitto di interessi.
S’indaga sul Collegio che forgia i diplomatici europei
Al centro delle indagini i finanziamenti ricevuti dal Collegio d’Europa che ha sede a Bruges, diretto da Mogherini. L’indagine mira a chiarire come siano stati utilizzati i fondi destinati al lancio della nuova Accademia diplomatica europea, il programma annuale di formazione per giovani diplomatici finanziato dal SEAE e ospitato dal Collegio d’Europa.
Gli investigatori vogliono verificare se il Collegio o alcuni suoi rappresentanti abbiano avuto accesso anticipato a informazioni riservate sulla gara d’appalto bandita nel 2022, cioè alla nascita del programma didattico, circostanza che avrebbe potuto conferire un vantaggio indebito nella candidatura poi risultata vincente.
Al centro delle indagini un appalto da 650mila euro
Il SEAE, infatti, aveva richiesto che chiunque presentasse un’offerta disponesse già di adeguate strutture di alloggio per i partecipanti. Gli inquirenti starebbero dunque ricostruendo anche le tempistiche con cui il Collegio avrebbe acquistato, nel 2022, un edificio in Spanjaardstraat a Bruges per circa 3,2 milioni di euro. L’immobile è diventato la residenza degli allievi dell’Accademia diplomatica ed è stato comprato in un momento in cui l’istituzione attraversava difficoltà finanziarie e poco prima che il SEAE pubblicasse il bando, poi aggiudicato allo stesso Collegio con un finanziamento di 654.000 euro.
Il sospetto è che l’acquisto possa essere stato effettuato conoscendo in anticipo il contenuto o i requisiti dell’appalto. L’inchiesta riguarda il periodo in cui il SEAE era guidato dall’Alto rappresentante Josep Borrell, mentre il Collegio d’Europa e l’Accademia diplomatica erano sotto la responsabilità di Mogherini, rettrice dal 2020 e direttrice del nuovo programma dal suo lancio nel 2022.
Chi è l’ambasciatore Sannino
Sannino invece fino al dicembre 2024 – fino a quando cioè non è stato silurato a grande sorpresa di tutti da Kaja Kallas – ha diretto il segretariato generale del SEAE, il servizio per l’azione esterna dell’Unione europea con oltre 4mila diplomatici operanti a Bruxelles e in 140 delegazioni in tutto il mondo. In passato è stato consigliere diplomatico di Romano Prodi a Bruxelles e di Enrico Letta a Palazzo Chigi.
Tajani “sono garantista”, la Lega: “solito establishment radical-chic”
L’eco dello scandalo ha suscitato immediate polemiche: se il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, si dice “garantista con tutti e quindi vedremo che cosa sarà”, perché “si tratta di un fermo e per me uno finché non si conclude definitivamente il procedimento penale è sempre innocente”, la Lega parla invece di “porte girevoli, con meravigliose poltrone e sofà dove bivaccano i soliti noti, nominati dal solito establishment radical-chic”.
The Left vuole più controlli e una commissione d’inchiesta
A livello europeo The Left ha chiesto un intervento immediato in materia di misure anticorruzione per i funzionari dell’Ue, un dibattito alla prossima plenaria a Strasburgo e una commissione d’inchiesta sulle continue accuse di corruzione ai vertici delle istituzioni europee. “Mentre parliamo, sono in corso negoziati su una direttiva anticorruzione a seguito degli scandali del Qatargate, Huawei e Uber Files. Abbiamo urgente bisogno di un organismo etico con più potere per fermare il marciume della corruzione alla fonte, piuttosto che aspettare che scoppi il prossimo scandalo”, commenta la copresidente di The Left, Manon Aubry.
E dalla Russia arriva la derisione di Zakharova
“L’Unione europea preferisce ignorare i propri problemi di corruzione ma continua a dare lezioni agli altri”, commenta sprezzante la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. “Ogni giorno milioni di euro scorrono attraverso canali di corruzione verso Kiev nell’Ue e da lì finiscono nelle tasche private. Questo va avanti da anni e sotto gli occhi di tutti. Qualsiasi problema internazionale è un’opportunità di guadagno per Bruxelles. Dalla pandemia di Covid-19 all’Ucraina. Nel frattempo, preferiscono ignorare i propri problemi, dando costantemente lezioni a tutti gli altri”, ha concluso Zakharova.