Zerocalcare lascia “Più libri più liberi” per la presenza dell’editore neofascista. Il fumettista: “Non condivido spazi con i nazisti”

Zerocalcare si ritira dalla fiera dopo la conferma dell’editore neofascista. È il test della tenuta democratica italiana

Zerocalcare lascia “Più libri più liberi” per la presenza dell’editore neofascista. Il fumettista: “Non condivido spazi con i nazisti”

Nuvole nere sull’editoria italiana. Il 2 dicembre 2025 la crepa si apre all’improvviso. A due giorni dall’inaugurazione di “Più libri più liberi”, la lettera firmata da oltre ottanta autori arriva sul tavolo dell’Aie con un’accusa precisa: la fiera ospiterà “Passaggio al bosco”, editore dell’estrema destra fiorentina vicino al gruppo Casaggì, con un catalogo che espone Mussolini, Léon Degrelle, Corneliu Zelea Codreanu, Clemente Graziani, testi sulla Decima Mas e titoli come “Il razzismo contro i bianchi”.

Gli scrittori firmatari dell’appello chiedono se questa presenza sia compatibile con il regolamento della fiera, che vincola agli articoli della Costituzione e ai diritti fondamentali dell’Unione Europea. La risposta dell’Aie arriva subito: la fiera non valuta gli orientamenti politici e controlla solo la conformità alle leggi Scelba e Mancino. In quel momento la vicenda esce dall’ambito procedurale e investe il senso stesso delle regole che la fiera dichiara di voler tutelare.

Il video, le defezioni, la reazione delle istituzioni

Il 3 dicembre il quadro cambia ritmo. Il fumettista Zerocalcare pubblica un reel che diventa immediatamente decisivo: «Quindici anni fa mi sono dato una regola: non condividere spazi con i nazisti». L’autore non convoca boicottaggi e non distribuisce patenti morali: espone una soglia personale e la trasforma in una domanda collettiva. È davvero neutrale uno spazio istituzionale che considera la propaganda delle SS un’opinione tra le altre?

Nel giro di poche ore la sua rinuncia ridisegna le posizioni. Il 4 dicembre, il Comune di Roma, tramite l’assessore Massimiliano Smeriglio, annuncia che non prenderà parte all’inaugurazione ufficiale e parla di un catalogo «neofascista, razzista e antisemita». Le Biblioteche di Roma mantengono la presenza ma prendono le distanze dalla direzione della fiera. Alessandro Barbero comunica il ritiro, altri editori indipendenti restano rivendicando la scelta di contestare “da dentro”.

Sul fronte opposto Giordano Bruno Guerri e Massimo Cacciari intervengono in difesa della partecipazione universale, nonostante la rinuncia di Zerocalcare non configuri alcuna richiesta di esclusione.

La strategia culturale della destra e l’ipocrisia di fondo

La polemica ovviamente si inserisce in un panorama più ampio: l’estrema destra ha costruito negli ultimi anni un ecosistema culturale che comprende editori come Altaforte, fumetti identitari come quelli di Ferrogallico, librerie specializzate che espongono iconografie delle SS come fossero materiale di consumo. Un lavoro costante che punta a spostare i confini del dicibile e a trasformare l’estetica del fascismo storico in una proposta culturale stabile.

La fiera romana non è nuova a tensioni. Nel 2024 era stata travolta dal caso Leonardo Caffo, poi condannato per maltrattamenti sulla sua ex compagna, con polemiche che avevano investito programmazione e governance. Nell’edizione 2025 l’ingresso di un editore apertamente neofascista all’interno dello spazio istituzionale conferma un indebolimento dei criteri che la fiera afferma di voler difendere. Il richiamo al “pluralismo” diventa una formula che tende a dissolvere qualsiasi confine tra responsabilità culturale e mercato.

Il resto lo mostra il contesto nazionale. Lo stesso paese che il 27 gennaio proclama la lotta all’antisemitismo «con ogni mezzo» e che da mesi usa l’antisemitismo come clava contro chi chiede giustizia in Palestina a dicembre discute della libertà commerciale di promuovere – in uno spazio finanziato anche con risorse pubbliche – le unità che quegli ebrei li sterminarono davvero. Le posture cambiano a seconda del calendario, a seconda della cornice, a seconda dell’occasione utile.

E la storia si chiude qui: tra una fiera che apre gli spazi a un editore neofascista e un autore che decide di rinunciare per non esserne complice. In mezzo, un paese che denuncia ogni giorno l’odio antiebraico e il giorno successivo difende la sua rappresentazione più brutale negli stand della sua capitale.