Il Ponte sullo Stretto? “È una priorità per la stessa Ue”. Parola di Matteo Salvini. La nuova versione – ovvero che sia Bruxelles a chiedere all’Italia di edificare l’opera – il ministro delle infrastrutture l’ha enunciata ieri, rispondendo alla Camera a un’interrogazione sulle iniziative per la modifica delle procedure relative al progetto del Ponte sulla base dei pesantissimi rilievi mossi dalla Corte dei conti.
“Il ponte serve all’Italia non a Salvini”: parola di Salvini
“Dal nostro punto di vista e dal punto di vista europeo il Ponte sullo Stretto porterà sviluppo, lavoro, meno traffico e meno inquinamento”, ha enunciato solennemente il ministro, “è un’infrastruttura che serve all’Italia non a Salvini e quindi farò di tutto perché l’Italia finalmente lo abbia”.
L’incontro con il commissario Ue Tzitzikostas
E per avvalorare la versione dell’appoggio della Ue, Salvini ha enfatizzato l’incontro avuto nel primo pomeriggio con il commissario europeo ai Trasporti, Apostolos Tzitzikostas, al centro del quale ci sarebbe stato anche il dossier-Ponte. “Salvini ha appreso con grande soddisfazione che l’orientamento di Bruxelles non è cambiato e c’è totale interesse e determinazione affinché l’opera possa partire quanto prima”, si legge in una nota diffusa dal Mit (cioè da Salvini). Tzitzikostas, invece, non ha rilasciato alcuna dichiarazione sui contenuti del bilaterale…
No a una nuova gara, nonostante i rilievi della Corte dei conti
Circa i rilievi della Corte dei Conti, Salvini in aula si è detto convinto che “siano suscettibili di chiarimento“, rivolgendosi agli esponenti del Movimento cinque stelle. Circa la scelta di non procedere con una nuova gara, il vice-premier ha spiegato che “non è una scelta di convenienza, ma una scelta di buonsenso, fondata su uno studio accurato di tutte le carte”.
“C’è anche la consapevolezza – ha aggiunto – che il diritto europeo circoscrive ma non vieta le modifiche al contratto volte ad adeguare il prezzo di un appalto nel corso del tempo. Modifiche che, come è avvenuto per tutte le opere pubbliche italiane, specialmente se consideriamo lo straordinario incremento dei prezzi registrato nel 2022 2023, sono necessarie per garantire l’equilibrio contrattuale”.