Le Lettere

Zelensky al capolinea?

Quando si farà la pace, in Ucraina si capiranno i danni fatti da Zelensky e per lui non sarà facile salvarsi dalla furia del suo popolo.
Alex Minelli
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Gentile lettore, penso stia calando il sipario su un’epoca e su una follia ucraino-europea e inizialmente anche americana (di Biden), e si vedrà la portata del disastro. È la stessa analisi che fa Sergej Guz, ex leader del sindacato dei giornalisti ucraini: “La stampa è soggetta alla censura militare e all’autocensura. Molte testate vengono chiuse senza una sentenza o un motivo”, dice in un’intervista. “La maggior parte degli ucraini desidera la fine della guerra con un compromesso. Ma le élite politiche, a furia di propaganda, avevano convinto la gente che l’unico esito della guerra sarebbe stato la sconfitta totale della Russia. Kiev, insieme all’establishment europeo, aveva steso vari piani di vittoria, con condizioni inaccettabili per la Russia. Adesso l’adozione del piano Usa significherebbe la sconfitta di tutta la loro politica. I compromessi sono inevitabili, anche sulle questioni territoriali”. E prosegue: “In Ucraina non c’è più nulla da privatizzare su larga scala. Si è discusso di centrali nucleari e ferrovie, ma i precedenti 30 anni di privatizzazioni non hanno dato risultati positivi. Secondo la Banca Mondiale, il Pil ucraino oggi, a parità di potere d’acquisto, è il 50% di quello del 1990 [ossia la metà di quel che era ai tempi dell’Urss, ndr], quando iniziarono le riforme di mercato. Ma cosa vogliamo ricostruire? Non ha senso se parliamo della stessa economia che ha dato origine a un sistema oligarchico e a una corruzione dilagante”.

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