La Russia frena sulla pace in Ucraina: “Nessuna concessione sui territori e sulla presenza Nato”

La Russia è ottimista sulla pace in Ucraina ma frena sulla presenza Nato a Kiev e sulle concessioni riguardanti i territori.

La Russia frena sulla pace in Ucraina: “Nessuna concessione sui territori e sulla presenza Nato”

In attesa di un nuovo incontro, probabilmente nel fine settimana, tra Ucraina e Stati Uniti, la Russia frena parzialmente sull’accordo di pace partorito ieri tra Washington e Kiev insieme ai leader Ue. Mosca, però, parla ugualmente di progressi importanti sostenendo che la pace è più vicina.

Eppure dei dubbi restano. Anzi, sarebbe meglio dire delle condizioni che il Cremlino prova ancora a imporre nel negoziato. In particolare, Mosca dice chiaramente che non acceterà alcuna presenza di truppe Nato sul territorio ucraino né è disposta a concedere nulla sui territori.

Pace in Ucraina, la Russia frena ma non troppo

A parlare, questa mattina, è stato il viceministro degli Esteri russo, Sergej Ryabkov, spiegando che Mosca non sottoscriverà, accetterà o sarà soddisfatta “di alcuna presenza di truppe Nato sul territorio ucraino”. In un’intervista ad Abc News, spiega che Mosca non accetterebbe la presenza di militari neanche come una garanzia di sicurezza.

Inoltre, Ryabkov sottolinea che la Russia non farà concessioni sui territori contesi come Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia, Kherson e Crimea: “Non possiamo assolutamente scendere a compromessi”, dice. Eppure l’ottimismo rimane, tanto che il viceministro russo dice che le parti sono “sul punto” di raggiungere un accordo.

Nel frattempo, però, il Cremlino respinge la proposta di una tregua di Natale avanzata dal cancelliere tedesco, Friedrich Merz, e sostenuta anche dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. “Vogliamo la pace, non una tregua che dia sollievo agli ucraini e permetta loro di prepararsi a continuare la guerra”, afferma il portavoce del Cremlino Dimitry Peskov. Che sottolinea anche come non ci sia stata alcuna telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin dopo quella del 16 ottobre, contrariamente a quanto lasciato intendere dal presidente statunitense.