Con la scusa di finanziare lo sport nazionale, cioè il Coni, facendo leva sulla ludopatia, l’esecutivo mira a fare cassa. È l’estrema sintesi dell’emendamento del governo Meloni presentato insieme con le misure a sostegno delle imprese, che istituisce la nuova lotteria “Win For Italia Team”.
Come funziona il “Win For Italia Team”
Formalmente dovrebbe essere uno strumento per promuovere la pratica sportiva, in particolare in vista delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026, la nuova lotteria non dovrebbe portare guadagni allo Stato. Da quanto si apprende infatti il montepremi sarà pari al 65% della raccolta, con il Coni che incasserà il 26,5%. Il resto della raccolta andrà all’aggio per i concessionari e rivenditori e alle autonomie speciali.
Circa il funzionamento dovrebbe essere assai simile alle altre lotterie della famiglia “Win for Life”: il giocatore dovrà pronosticare una serie di numeri e vincerà se saranno estratti. Al vincitore andrà così un premio iniziale (in base al numero dei numeri correttamente pronosticati nella giocata) e una rendita mensile.
Ma la realtà è diversa
Tutto normale, quindi? Non proprio, tanto è vero che la lotteria ha incontrato immediatamente la netta opposizione di istituzioni, associazioni, enti e organizzazioni impegnate nel contrasto alle dipendenze e al gioco d’azzardo. In effetti il meccanismo è brutale, perché prevede che lo sport venga tenuto in vita non da investimenti pubblici strutturali (quindi a carico dello Stato), ma grazie a una dipendenza, la ludopatia: più persone giocano, più perdono, più lo Stato incassa.
In pratica il governo mira a trasformare il gioco d’azzardo in uno strumento ordinario di finanziamento pubblico. E, se è vero che lo stato non incassa un euro, è altrettanto vero che mira a non spenderne per il mantenimento del Coni, quindi, di fatto il guadagno c’è.
La rivolta della Caritas contro la lotteria
Tra i primi a levare un grido contro l’emendamento la Caritas italiana, secondo la quale “la finalità dichiarata di promuovere e rilanciare la pratica sportiva non può giustificare l’estensione di una pratica di azzardo che, nei territori e nelle comunità, produce conseguenze sociali rilevanti e spesso drammatiche”.
“L’azzardo non è un gioco: è una pratica che genera dipendenza, impoverimento e sovraindebitamento, colpendo in modo particolare le persone e le famiglie più fragili”, si legge in una nota. Per il direttore di Caritas, don Marco Pagniello “legare il sostegno allo sport all’ampliamento dell’azzardo è un cortocircuito culturale e sociale. Lo sport ha una vocazione educativa, inclusiva, comunitaria. L’azzardo, invece, alimenta solitudine, debito e fragilità”.
Da temporaneo a strutturale
Caritas, inoltre, esprime un forte scetticismo rispetto alla presunta straordinarietà della misura: “L’esperienza degli ultimi anni mostra come interventi presentati come temporanei tendano, di fatto, a diventare strutturali”. A rischio sarebbero soprattutto giovani e minori. I dati infatti indicano una crescente esposizione delle fasce di età più bassa alla pratica dell’azzardo, con migliaia di minori già intercettati dai servizi per comportamenti problematici.
“In questo quadro, associare l’azzardo allo sport rischia di rafforzarne la legittimazione culturale proprio presso chi dovrebbe essere maggiormente tutelato” aggiunge Pagandello, che conclude: “Sostenere lo sport è una priorità, ma farlo attraverso l’estensione dell’azzardo significa spostare il costo sociale sulle spalle dei più fragili”.
Tajani (Pd): “Ripristinare il fondo di contrasto alle ludopatie”
Sulla stessa linea la senatrice dem, Cristina Tajani, tra le prime a sollevare il caso: “Le patologie legate al gioco d’azzardo compulsivo sono in costante crescita e milioni di famiglie ne soffrono le conseguenze economiche e sanitarie”, spiega Tajani, “Lo scorso anno il volume del gioco ha toccato la cifra record di 157 miliardi. Il Governo non solo ha cancellato il fondo di contrasto alle ludopatie ma con questo emendamento incentiva comportamenti potenzialmente patologici per finanziare lo sport. Niente di più lontano dallo spirito olimpico”.
“Chiediamo al Governo di ritirare l’emendamento e invitiamo tutte le forze politiche a votare la proposta per il ripristino del fondo di contrasto alle ludopatie”, conclude la senatrice.
E contro la lotteria oggi a Milano (cioè dalla città delle Olimpiadi invernali) partirà la mobilitazione con la presentazione dell’appello “Liberiamo le Olimpiadi dall’azzardo”, firmato tra gli altri da Tajani, coordinamento Mettiamoci in Gioco Lombardia, CGIL Milano, Cisl Milano, Uil Milano Lombardia, Libera, Forum Terzo Settore, Arci, Casa della Carità e Caritas Ambrosiana.