Non solo una Manovra votata all’Austerity per avere poi i margini necessari per aumentare le spese per la Difesa. Il governo, in una riformulazione di una serie di emendamenti alla legge di Bilancio, indica esplicitamente come obiettivo quello di “tutelare gli interessi essenziali della sicurezza dello Stato e rafforzare le capacità industriali della difesa riferite alla produzione e al commercio di armi, di materiale bellico e sistemi d’arma”.
La proposta di modifica prevede, così a tal fine, che con uno o più decreti del ministro della Difesa di concerto con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti “sono individuate anche con funzioni ricognitive e comunque nell’ambito delle risorse previste a legislazione vigente, le attività, le aree e le relative opere, nonché i progetti infrastrutturali, finalizzati alla realizzazione, ampliamento, conversione, gestione e sviluppo delle capacità industriali della difesa, qualificati come di interesse strategico per la difesa nazionale”.
Manovra, il percorso verso l’economia di guerra: il governo vuole rafforzare l’industria delle armi
Siamo al paradosso. Se da una parte il governo studia una norma ponte da inserire nel decreto degli aiuti a Kiev che preveda sostegni soprattutto di tipo civile, dall’altra il governo, contraddicendosi, non rinuncia alla smania di riarmarci fino ai denti. E la cosa più paradossale è che l’emendamento riformulato dal governo nasce da tre proposte fotocopia di Fratelli d’Italia, Lega e FI. Dunque anche la Lega che si batte contro le armi a Kiev in nome di un pacifismo di facciata. Un autentico blitz contro cui si sono levate le proteste delle opposizioni, tanto che alla fine l’emendamento è stato momentaneamente accantonato.
“Siamo di fronte alla trasformazione dell’economia italiana in un’economia di guerra”, ha spiegato da Avs Angelo Bonelli. Il M5S ha formulato al governo una serie di interrogativi. “Parliamo solo del potenziamento degli stabilimenti militari statali gestiti dall’Agenzia Industria Difesa o di tutte le aziende belliche, anche private, considerate ‘di interesse nazionale’? Pensiamo al caso Rwm in Sardegna. Parliamo di un piano di riconversione bellica dell’industria? Di un piano per ampliare basi e infrastrutture militari? E visto il riferimento al commercio di armi e al coinvolgimento del Mit dobbiamo prepararci alla militarizzazione di porti e aeroporti da cui transitano armi?”, hanno chiesto i pentastellati Bruno Marton e Arnaldo Lomuti.
Il governo, intanto, continua a riscrivere la Manovra senza sosta. Poche le misure approvate finora. Tra queste il taglio dal 4 al 3% del tasso applicato sugli interessi delle rate della rottamazione quinquies. Niente da fare invece per la norma sulle elezioni 2026 che il governo aveva provato a inserire in una riformulazione di un emendamento di FI. Il testo, per consentire per tutto l’anno votazioni anche nella giornata di lunedì, di fatto, avrebbe anticipato il decreto elezioni che viene varato prima delle consultazioni elettorali. Nella lettura delle opposizioni di fatto un pretesto per poter poi stringere i tempi anche sul referendum sulla giustizia. Ma di fronte alle proteste in commissione su questo punto il governo ha scelto di non procedere.