Rimborsopoli Piemonte, restituito un milione

 

Quattordici membri del Piemonte hanno chiesto di patteggiare per uscire dal procedimento giudiziario sull’uso indebito dei fondi destinati ai gruppi consiliari.

La proposta è stata formalizzata questa mattina in tribunale a Torino alla ripresa dell’udienza preliminare. Secondo quanto è emerso finora (l’udienza è a porte chiuse) le pene spaziano da un minimo di 12 a un massimo di 18 mesi. Altri quattro indagati – in tutto sono 42 – hanno scelto il rito abbreviato.

A chiedere di patteggiare sono stati Luigi Cursio, Andrea Buquicchio, Tullio Ponso, Antonello Angeleri, Mario Carossa, Elena Maccanti, Michele Marinello, Gianfranco Novero, Giovanna Quaglia,  Marco Botta, Cristiano Bussola,  Luca Pedrale e, solo per peculato, Sara Lupi, figlia del consigliere regionale Maurizio Lupi anch’egli indagato. Hanno invece chiesto il giudizio abbreviato
Valerio Cattaneo, Carla Spagnuolo, Francesco Toselli e il consigliere comunale Gabriele  Moretti.

Ammonta a un milione e duecentomila euro la somma restituita, finora, dai consiglieri regionali indagati per l’uso dei fondi del loro gruppo consiliare.

A versare il denaro sono stati 20 dei 40 indagati. Il governatore uscente Cota, che come da sua richiesta sarà giudicato a parte con il rito immediato (prima udienza il 21 ottobre) ha già restituito a sua volta quanto sborsato per le celebri mutande verdi, i ristoranti e le altre spese contestate. La Regione Piemonte è presente nel procedimento non come parte civile (occorre una delibera della Giunta) ma come persona offesa. La somma versata dai consiglieri copre quella che viene loro contestata nel capo d’accusa con una maggiorazione del 30% relativa ai danni di immagine.