La Turchia sprofonda nel terrore. Nel blitz muore il magistrato Kiraz che era stato rapito da un gruppo di terroristi

La Turchia sprofonda nel terrore. Un gruppo di terroristi, che potrebbero appartenere all’organizzazione comunista del DHKP-C, ha preso in ostaggio nel suo studio in tribunale il magistrato Mehmet Selim Kiraz. Gli estremisti sono entrati indisturbati in tribunale, eludendo tutti i controlli di sicurezza forse grazie al black-out che ha colpito la Turchia questa mattina, e sono saliti al sesto piano del palazzo di giustizia di Caglaylan, dove si trovava l’ufficio di Kiraz. Nel corso del blitz per liberarlo il giudice che era stato gravemente ferito è morto.

IL CASO
Un magistrato non come tutti gli altri. L’uomo, infatti, è il titolare dell’inchiesta su Berkin Elvan, l’adolescente ucciso dalla polizia turca durante le proteste di Gezi Parki, mentre andava a prendere il pane. La sua morte, avvenuta ad appena 15 anni e dopo 269 giorni di coma, aveva colpito profondamente il Paese, che era tornato in piazza in massa per protestare contro il governo islamico-moderato allora guidato ancora da Recep Tayyip Erdogan.

LA SITUAZIONE
La Turchia è da mesi al centro di una forte destabilizzazione, composta da diversi fattori, che vedono la deriva autoritaria del Presidente Recep Tayyip Erdogan da una parte e dall’altra la pressione derivante dalla crisi siriana, dalla lotta indipendentista di matrice curda e anche dal DHKP-C. A questo va aggiunta la presenza di Isis non solo al confine, ma anche infiltrata nelle maggiori città della Mezzaluna.

LE LEGGE
Proprio la scorsa settimana, il parlamento di Ankara ha approvato una legge, vista con sospetto dall’opposizione e dall’Unione Europea, che conferisce ampi poteri alla polizia e alle autorità locali senza passare dalla magistratura. Un modo per contrastate una situazione rovente secondo l’Akp, il Partito per la Giustizia e lo Sviluppo che guida il Paese dal 2002. Una scusa per diminuire la libertà in un Paese dove già giornalisti e media sono sotto costante attacco da parte delle forze governative.