Ad Augusta scoppia lo scandalo, droga e cellulari ai detenuti del carcere. Arrestate 11 persone

A Augusta scoppia lo scandalo, droga e cellulari ai detenuti del carcere. Arrestate 11 persone

Ad Augusta scoppia lo scandalo, droga e cellulari ai detenuti del carcere. Arrestate 11 persone

Acquistare stupefacenti oppure un cellulare nel carcere di Augusta, nel siracusano, era un gioco da ragazzi. Questo quanto accertato nel corso dell’inchiesta Alcatraz, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania, che ha portato alla luce un complesso sistema di compravendita di prodotti banditi all’interno del penitenziario.

Un vero e proprio mercato interno, con tanto di tariffario che variava a seconda della qualità della droga e del grado di conoscenza dell’acquirente, che è costato l’arresto di undici persone.

Il prezzario nel carcere di Augusta

Dalle indagini è emerso che per un panetto di hashish, il prezzo si sarebbe aggirato intorno ai 1.500-2.000 euro. Per il pagamento i clienti accreditavano il denaro su alcune carte prepagate nella disponibilità di complici in stato di libertà. Si tratterebbe di Clotilde Maranzano, Valentina Romito, rispettivamente madre e compagna di Ignazio Ferrante, e Angela Palazzotto, compagna di Andrea Marino.

I due uomini, detenuti, sono accusati di essere i promotori e l’organizzatori del traffico di droga. Le tre donne, invece, sono accusate di essere le addette alla gestione della cassa e alla tenuta della contabilità del denaro.

Lo stratagemma per eludere i controlli ad Augusta

La diversificazione delle carte da ricaricare sarebbe servito anche a depistare indagini e altri guai. Secondo quanto ricostruisce la Dda di Catania, infatti, sarebbe stata finalizzata anche a evitare incongruenze tra l’esiguo Isee dichiarato e il giro di denaro gestito visto che alcuni degli indagati erano anche percettori del reddito di cittadinanza.

Durante le indagini sono state arrestate in flagranza di reato tre persone per spaccio di sostanze stupefacenti. Ma c’è di più. Nel corso di diversi interventi, sono stati sequestrati ben quindici panetti di hashish e diversi telefonini cellulari. Tutti oggetti nella disponibilità degli indagati e che, sempre secondo gli inquirenti, sarebbero stati pronti per essere messi in vendita.