Do ut des. Niente di più classico: favori sessuali da giovani avvocatesse in cambio di favori nei processi che seguivano e anche negli esami di abilitazione. E questa volta gli aiutini sarebbero arrivati addirittura da un magistrato. Infatti, è finito in manette il sostituto procuratore di Lecce, Emilio Armesano, assieme ad altre cinque persone tra cui direttore generale e dirigenti dell’Asl leccese e un’avvocatessa. Al pm è stata persino sequestrata una barca del valore di 18.400 euro che gli sarebbe stata regalata proprio per corromperlo. Perché secondo i pm della Procura di Potenza, che per competenza indagano su di lui, sarebbe al centro di un collaudato sistema corruttivo in cui avrebbe più volte abusato del suo ruolo.
Secondo l’accusa, agevolò anche l’esame orale di avvocato di una giovane collega contattando un componente della commissione: la ragazza superò l’esame senza alcun problema. Perché le indagini hanno fatto emergere anche particolari inquietanti sull’episodio: nell’ufficio del pm ci fu un incontro in cui furono definite le domande da porre alla candidata. Ma il suo aiuto non sarebbe stato ovviamente gratuito. Così, è accusato anche di aver preteso prestazioni sessuali da un’altra avvocatessa che gli aveva chiesto di intervenire in suo favore con il presidente del collegio di disciplina costituito all’Ordine degli avvocati di Lecce. I favori, però, non li avrebbe fatti solo in cambio di sesso, ma anche per ottenere regali di lusso.
Come avrebbero fatto i dirigenti dell’Asl che per garantirsi l’esito positivo di procedimenti giudiziari a loro carico, avrebbero regalato al magistrato una barca di 12 metri pagata in contanti a un prezzo ritenuto dagli inquirenti di gran lunga inferiore a quello di mercato. Ma i doni non finivano qui: anche soggiorni gratuiti, interventi medici agevolati, prenotazione di visite mediche e di interventi per familiari a tempi record. Sotto la lente degli investigatori è finito il dissequestro di una piscina di un altro dirigente Asl, Giorgio Trianni, che è stato pure arrestato. E la vicenda riguarda sempre il pm Arnesano, che era titolare del procedimento penale di cui ha poi chiesto l’archiviazione, che – sempre secondo l’accusa – sarebbe avvenuto in cambio di un soggiorno che prevedeva delle battute di caccia.
Tutto è partito da quella piscina che ha messo nei guai il magistrato e ha fatto partire una segnalazione nei suoi confronti che ha poi svelato un quadro a tinte fosche che i colleghi di Potenza hanno definito inquietante. Anche perché il sistema di collusione e di corruzione era molto radicato sia da parte dei funzionari pubblici che del pm. Ma le indagini hanno soprattutto squarciato il velo di omertà che copriva rapporti equivoci, fatti di sesso con avvocatesse e commercialiste che si sarebbero concesse al pubblico ministero senza alcuna remora ma solo per interesse. L’inchiesta potrebbe allargarsi per smascherare legami torbidi che coinvolgerebbero il mondo dei professionisti di Lecce.