Erano poche migliaia, circa 4.500 fino a luglio scorso. Poi sono diventate 15mila. Ora sfiorerebbero addirittura quota 100mila. Sono le cifre – assai ballerine – delle cosiddette “Famiglie sospese”, ovvero degli acquirenti degli appartamenti nei palazzi finiti sotto la lente – e i sequestri – della procura di Milano, perché ritenuti dai pm e da tutti i gradi di giudizio che si sono espressi fino a oggi, abusivi.
Quante siano queste famiglie sospese, non si sa. Di sicuro il loro numero cambia di mese in mese, aumentando continuamente. Se infatti a fine luglio le cronache raccontavano di 4.500 persone “nel limbo” perché acquirenti di circa 1.600 appartamenti sequestrati, ora secondo l’associazione che hanno fondato “le famiglie già coinvolte in questa paralisi sono almeno 4.167”. Ma, avvertono, è “un numero che potrebbe crescere esponenzialmente se si includessero tutti gli edifici già costruiti negli ultimi quattro anni con almeno una delle problematiche contestate dalla procura: il conto finale arriverebbe a 14.481 famiglie sospese. Oltre 39.000 persone coinvolte”.
L’associazione chiede la sanatoria dei palazzi abusivi
Famiglie che da mesi manifestano con un grande impatto mediatico, ma che non fanno pressione sui costruttori affinché restituiscano loro gli anticipi e i soldi già versati per case bloccate (magari con i danni annessi), ma affinché i palazzi abusivi vengano in qualche modo “sanati”. Sono i primi, affiancati e sostenuti dai costruttori, a bramare un impossibile “accordo” con la procura. E sono utilizzati dal sindaco Beppe Sala come leva per chiedere che sulle inchieste sull’urbanistica milanese cali un colpo di spugna.
Sala utilizza le Famiglie sospese per chiedere un colpo di spugna
L’ultimo appello del sindaco per un “tavolo” con i magistrati è arrivato martedì scorso, quando ha invocato per l’ennesima volta “un intervento legislativo” (cioè una sanatoria, come il Salva-Milano, poi naufragata). L’invito alla politica era arrivato proprio dopo un allarmante comunicato stampa delle Famiglie sospese, che ritoccava al rialzo, il loro numero.
Per il comitato, infatti, “in città potrebbero esserci oltre mille edifici costruiti con modalità non conformi alle normative urbanistiche vigenti, con possibili ripercussioni per più di 100.000 cittadini”. Le indagini svolte dall’associazione avrebbero, infatti, “individuato circa 1.200 edifici e 40.000 abitazioni con caratteristiche simili a quelle già oggetto d’indagine da parte della Procura”.
A Milano ci sarebbero oltre mille palazzi abusivi
E sul loro sito hanno reso disponibile “un elenco parziale di circa 400 palazzi residenziali, costruiti negli ultimi dieci anni, che presentano caratteristiche potenzialmente non conformi”, perché “superano i 25 metri di altezza e risultano realizzati tramite Titolo Edilizio Diretto (DIA, SCIA o Permesso di Costruire) senza Piano Attuativo, previsto come obbligatorio dalla legge urbanistica del 1942”.
In pratica, per le famiglie sospese a Milano nell’ultima decade si sarebbero edificati oltre mille edifici tecnicamente abusivi. Se così fosse, si tratterebbe di un numero monstre, molto al di sopra dei circa 120 cantieri finiti sotto il faro della magistratura.
Palazzo Marino non sa se il dato è vero
La Notizia ha chiesto a Palazzo Marino conferma che quelle cifre fossero esatte, tuttavia il Comune ha sorprendentemente riferito di non essere in grado di rispondere. Anche perché se Sala rilancia i comunicati del comitato degli acquirenti, dovrebbe essere almeno sicuro che il Comitato stia riportando dati reali… e invece così non sembra.
Un potenziale danno miliardario per le casse pubbliche
Ora, ammettendo che il Comitato abbia ragione e che in città ci siano un migliaio di palazzi abusivi, viene da chiedersi quanti oneri non abbiano incassato le casse comunali. Secondo i calcoli della procura, per esempio, solo le “Residenze Lac” di via Cancano hanno causato alle casse pubbliche un danno erariale da almeno 3,2 milioni di euro. Per il progetto delle tre torri di 9, 10 e 13 piani, con altezze fra i 27 e i 43 metri e autorizzate con una Scia per “ristrutturazione edilizia” con ampliamento e cambio di destinazione d’uso della ex fabbrica Pompe Peroni spa, sarebbero stati pagati circa 618mila euro in meno fra oneri e contributo di costruzione e altri 2,6 milioni di euro in meno per la monetizzazione delle aree.
Per il progetto Park Towers di Crescenzago, tre dipendenti del Comune sono accusati dalla Corte dei Conti di aver provocato un danno erariale di oltre 300mila euro. Inoltre, nei fascicoli di tutti i procedimenti, i magistrati contestano oneri e monetizzazione delle aree sottostimati fino all’60%. Numeri che se confermati, certificherebbero ammanchi miliardari per le casse pubbliche. Parola delle Famiglie sospese.