A Milano si allarga il gap tra ricchi e poveri

A Milano il ceto medio è in estinzione. Triplicate le richieste di aiuto alla Caritas. Pesano spese per la casa e le utenze

A Milano si allarga il gap tra ricchi e poveri

La provincia più ricca d’Italia, quella di Milano, con quasi 50mila euro di reddito pro-capite, registra profitti incredibili nonostante la gente non guadagni abbastanza per viverci. A pesare di più sul bilancio, tra utenze impazzite a causa della crisi energetica innescata dal conflitto russo-ucraino, rimane la voce “casa”.

A Milano il ceto medio è in estinzione. Triplicate le richieste di aiuto alla Caritas. Pesano spese per la casa e le utenze

In Lombardia sono state 80mila le nuove richieste di aiuto pervenute alla Caritas negli ultimi dodici mesi e 20mila sono le famiglie (90mila in Italia) sovra indebitate, quindi a rischio sfratto e in condizioni di ricevere assistenza. Nella sola provincia di Milano, secondo i dati diffusi dal progetto Arca e Caritas, si è passati dalle 105 famiglie assistite nel 2019 alle 273 dello scorso anno.

Nel giro di due anni, l’utenza è passata da 280 a 859 persone e i pacchi viveri distribuiti sono saliti da 895 a 2322. Un ceto medio alla canna del gas. è il ritratto disincantato emerso in questi giorni nell’incontro “Povera Lombardia” dedicato alla povertà e all’emarginazione.

La Regione che fa da traino al Pil nazionale è allo stesso tempo povera quanto le altre. Se in base alla definizione si può ritenere povero un lavoratore che ha un reddito più basso del 60 per cento di quello della media nazionale (secondo l’Istat il reddito medio in Italia è pari a 21.570 euro all’anno), la città di Milano vanta un reddito medio pro capite di quasi 34mila euro. Tuttavia, secondo la Cgil e basandosi sui numeri dell’Agenzia delle Entrate, il 27,7 per cento del reddito prodotto è nelle mani del 2,4 per cento della popolazione.

Nell’area Expo dove si trovano i quartieri più poveri della città, come Quarto Oggiaro e Roserio

Nella stessa città, alla ricchezza concentrata all’interno del centro storico dei Bastioni (Brera, San Marco e Castello) che sfiora i 90mila euro di reddito pro capite, fa da contrasto l’area Expo dove si trovano i quartieri più poveri della città come Quarto Oggiaro e Roserio (periferia nord) dove si scende sotto i 17mila euro di reddito pro capite: un numero in linea con le realtà nazionali più indigenti.

“La pandemia prima e la crisi economica adesso sono stati il detonatore che ha fatto esplodere situazioni di povertà che stanno coinvolgendo fasce sempre più ampie di popolazione” ha dichiarato la vice presidente del consiglio regionale Francesca Brianza.

“Regione Lombardia ogni anno fa un ‘Piano di intervento’ che prevede risorse importanti ma non basta perché le persone in difficoltà non hanno solo necessità economiche. Hanno bisogno, in primo luogo, di essere reinserite nella società e nella loro comunità di riferimento, in primo luogo con un lavoro che restituisca loro la dignità e la prospettiva di un futuro”.

Tante famiglie e persone della cosiddetta classe media sono scivolate ai margini

Tante famiglie e persone della cosiddetta classe media sono scivolate ai margini. “Se fine a quarant’anni fa, quando era partito il progetto Exodus, la causa dell’indigenza era legata alla droga” sottolinea Don Mazzi, “oggi si è allargata a 360 gradi e sono caduti in condizioni di povertà professionisti e classe media. Sono i giovani quelli in maggiore difficoltà, l’età media di chi finisce per strada si sta abbassando.

I nuovi poveri hanno un’età di trent’anni o anche meno perché la povertà è fragilità, non è solo povertà di soldi, mezzi o casa. Si tratta prima di tutto di fragilità psicologica e la mancanza di un progetto e di un futuro”.

Nonostante la soglia di povertà, il mercato del mattone milanese continua imperterrito a salire: le quotazioni delle strutture dal primo semestre 2021 a oggi ha visto infatti un’impennata del 5,4 per cento a fronte di una diminuzione del dato nazionale computabile al 6,2 per cento. Il costo delle abitazioni meneghine, stando alle analisi del 2022, è salito del 6 per cento. Più del doppio rispetto al 2,9 per cento nazionale.

Non va meglio per chi cerca di affittare una casa o una stanza: una singola costa in media più di 600 euro (a Roma se ne spendono in media 450, a Napoli poco più di 300). Milano infrange un altro record in merito, ovvero quello della città più cara d’Italia per la spesa mensile per nucleo.

A Milano per mantenere la famiglia sono necessari più di 3mila euro al mese

Per mantenere la famiglia infatti sono necessari più di 3mila euro al mese (35 euro in più rispetto alla Lombardia e ben 580 in più rispetto al resto d’Italia). Ovvero sui 40mila euro l’anno. Cifra ampiamente superiore a quella del reddito pro capite medio milanese, già alta rispetto alla media nazionale.