Turistificazione. A Napoli si conia questa nuova parola per denunciare l’invasione delle residenze destinate ai visitatori mentre si conta un boom degli sfratti esecutivi, e dunque una carenza senza precedenti di alloggi. Secondo i dati della Prefettura, a fine anno saranno diecimila gli inquilini cacciati dalle loro abitazioni. Di questi, l’85% per morosità, con un aumento annuale degli sfratti che tocca il 500%. I fitti, d’altra parte, hanno subito in media una maggiorazione del 20% e sono seimila in più le abitazioni trasformate in case vacanze.
Secondo i dati della Prefettura di Napoli, a fine anno saranno ben diecimila gli sfratti a cui è stata data esecuzione
Osservando questi numeri è chiaro come il centro storico – patrimonio dell’Unesco – stia progressivamente perdendo la sua innata vocazione popolare. A cercare di preservarla sono però gli attivisti della Campagna “Resta Abitante”, che sostenuti da movimenti, sindacati, centri culturali e sociali, dalla Rete Set (i diritti al tempo del turismo) daranno vita a una nuova mobilitazione il 3 novembre alle 17, con concentramento a piazza Municipio. “Fate presto” è lo slogan dell’iniziativa che arriva a sole tre settimane dalla conferenza mondiale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura che si terrà proprio a Napoli tra il 24 e il 26 novembre.
“I danni della mancata normativa per bloccare il dilagare di affitti brevi rischiano di essere irreversibili”, afferma Alfonso De Vito della Campagna per il Diritto all’Abitare. “Ci piacerebbe anche comprendere – aggiunge – come verrà applicata la nuova norma nazionale che impone a B&B e case vacanze a censirsi. Il patrimonio Unesco della città è fatto di persone prima che di pietre tra le quali queste persone hanno diritto a vivere’’. Nelle scorse settimane, ricordano gli stessi attivisti, il vicesindaco con delega all’edilizia pubblica e privata aveva “preso degli impegni’’ sulla tutela dei cittadini a rischio sfratto contando anche nell’interlocuzione con la Regione Campania. Il Comune ha anche adottato una delibera che blocca per tre anni le licenze per nuove attività di somministrazione di bevande e alimenti, strumento che appare inefficace visto che il centro di Napoli è oggi una friggitoria a cielo aperto.
Esplode la bolla del turismo. L’Unione Inquilini si mobilita. Nel mirino i troppi Bed and Breakfast
Non solo: i sindacati di categoria denunciano la trasformazione di molti bassi e capannoni, che per le loro caratteristiche non sarebbero per uso abitativo, in stanze per accogliere i turisti. Domenico Lo Presto, segretario provinciale dell’Unione Inquilini, con alcuni esempi concreti inquadra il fenomeno. “All’interno di 3 civici in via Tribunali, nei pressi della nostra sede, sono sorti nel giro di 2 o 3 anni una cinquantina di alloggi per turisti. Non solo: un locale dove prima si fabbricavano borse, c’è ora una casa vacanza e dubito siano stati dati i permessi necessari. Oramai è una giungla”. Lo Presto, strenuo oppositore del racket delle case popolari gestito dalla camorra, con i clan che l’hanno messo nel mirino, ravvisa un pericolo di tenuta sociale.
“La vita aumenta, i salari no, il Reddito di cittadinanza è stato smantellato e le famiglie del centro storico non possono più permettersi un affitto. Nel frattempo, gli sfratti vanno avanti’’. Alessia Angrisano, altra attivista della Campagna Resta Abitante, è sulla stessa lunghezza d’onda. “Dopo due anni di blocco Covid, si potevano immaginare tremila o quattromila sfatti, non diecimila. La bolla speculativa del turismo e la crisi economica stanno deflagrando in una bomba sociale vera. E al 2024 – ricorda – non ci sarà più la quota di affitto garantita dal Reddito di cittadinanza”.