A Napoli è scontro sullo stadio Maradona. Manfredi pronto all’intesa

Manfredi: “Non regaliamo niente. Il Maradona non è in vendita, non è nel patrimonio disponibile”.

A Napoli è scontro sullo stadio Maradona. Manfredi pronto all’intesa

Ora che l’attacco è frontale, ai limiti dell’offesa, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi non può più mandarle a dire, pur tenendo fede al suo proverbiale aplomb. E al patron degli azzurri Aurelio De Laurentiis (nella foto) che approfitta dei riflettori del Bernabeu per attaccare tutti, dal “sindaco juventino” ai consiglieri comunali, e rilanciare la ventennale richiesta di avere in gestione il Maradona “a vita”, per il solo amore della squadra, il primo cittadino ribatte: “Non regaliamo niente. Il Maradona non è in vendita, non è nel patrimonio disponibile”. Già, non lo è. Ma si potrebbe fare altro. “Una concessione a lungo termine a 50 anni”, ipotizza Manfredi.

Manfredi: “Non regaliamo niente. Il Maradona non è in vendita, non è nel patrimonio disponibile”

Una nuova mano tesa, dunque, dopo l’apertura dei mesi scorsi a una concessione per 99 anni (“se il presidente del Napoli ci fornisse un project financing credibile…”). Parole che furono dettate dall’entusiasmo di una città in festa, si dirà. Nell’attesa di capire cosa ne sarà dei “gioielli” del patrimonio pubblico, ora che a gennaio la gestione potrebbe tornare ai privati, lo scontro si riaccende su uno dei simboli della città. Per il quale oggi la Società Sportiva Calcio Napoli versa 850mila euro l’anno come prezzo per la concessione. Ora che però ha riportato lo scudetto a Napoli, il presidente azzurro ci riprova, scoprendo le carte alla sua maniera.

Era la notte di Real Madrid-Napoli. In collegamento dall’Estadio Bernabeu, De Laurentiis trovava spazio per dirottare l’attenzione generale. “Se lo juventino Manfredi – aveva cominciato così – riuscirà a tirarsi fuori dal legame che lo lega al Consiglio comunale e mi dà il Maradona, prometto che nel giro di un anno lo faccio diventare lo stadio più bello d’Italia”. Poi è arrivato il fuoco alle polveri, ricordando che “il primo cittadino è pure juventino, vi rendete conto?”. E giù col tirare in ballo i consiglieri comunali: “Se odiano il Napoli, possiamo fare uno stadio a Caserta o a Pompei. Napoli e la Campania sono un tutt’uno”. Qui il gancio era per il “compagno” governatore Vincenzo De Luca: “Lui sta dalla mia parte ed è stato l’unico a mettere un po’ a posto lo stadio”.

Erano i tempi dei fondi per le Universiadi, quando, ricorda qualche consigliere, “De Laurentiis non cacciò neppure una lira”. Manfredi non si scompone, ma nel limitarsi a sottolineare l’attuale impossibilità tecnica per la questione del “patrimonio indisponibile”, apre uno spiraglio “a una concessione a lungo termine a 50 anni, come si fa in altre città d’Italia. Ma solo – precisa il sindaco – partendo da una proposta concreta nell’interesse della città e dei tifosi, perché le proprietà delle società possono cambiare e noi dobbiamo tutelare i tifosi e la città che devono avere uno stadio di qualità e accessibile”.

Consiglieri comunali furiosi con De Laurentiis. Poi il sindaco propone una concessione per 50 anni

Parole a margine di una seduta del Consiglio divenuta quasi monotematica per il detonatore innescato alla vigilia delle parole del presidente del Napoli. Doveva essere il giorno dello scontro sulla delibera con cui si svendono a Invimit alcuni dei palazzi monumentali di Napoli. Ma il dibattito si è aperto subito con Massimo Cilenti (Napoli Libera) che fa riferimento “a un nostro affittuario che utilizza la clava pericolosa del tifo, esponendo a rischio noi e le nostre famiglie”. Cilenti, dunque, ha chiesto che il verbale delle sue dichiarazioni sia inviato alla Procura, ricordando che “per molto meno al presidente del Napoli è stata data la scorta”.

Per Gennaro Esposito (Manfredi Sindaco): “De Laurentiis è la stessa persona che un anno fa disse che lo stadio era un cesso e valeva un euro. Nel 2014 dovette intervenire la Corte dei Conti per costringerlo a pagare 10 anni di canoni di concessione arretrati”. Gennaro Acampora (Pd): De Laurentiis Sta provando ancora una volta a mettere in contrasto chi gli è contro e la città”. Nino Simeone (Misto): “Perché non dice al suo amico De Luca di spostare al Maradona i cento milioni che vuole invece spendere per lo stadio di Salerno?”. Giorgio Longobardi (FdI): “Ci sono persone negli alloggi popolari che quando non pagano, vengono buttate in strada. De Laurentiis ora regoli i suoi debiti col Comune”.

Per Ciro Borriello, già assessore allo Sport e oggi tra i banchi M5S, “Il presidente del Napoli va esortato ad affrontare con serenità il problema dello stadio che è dei cittadini”. “Quando l’interlocutore è zero, l’offesa è nulla”, è la sintesi di Luigi Carbone, dei Verdi. Questa la sintesi di una giornata di grandi tensioni ma anche di un gioco delle parti sugli impianti sportivi come su altri beni del patrimonio comunale, dove l’Amministrazione ha ribadito di dover aprire ai privati, come lo è De Laurentiis.