A Roma il Mosè di Michelangelo torna a splendere di luce propria

La statua di Mosè e la Tomba di Giulio II di Michelangelo, a San Pietro in Vincoli, risplendono grazie a un nuovo progetto di illuminazione.

Una Basilica romana torna alla luce, grazie a un intervento di restauro firmato Lottomatica. La statua di Mosè e la Tomba di Giulio II di Michelangelo, a San Pietro in Vincoli, risplendono grazie a un nuovo progetto di illuminazione, manutenzione e restauro, realizzato dalla Soprintendenza per il Colosseo e l’area archeologica centrale di Roma. La nuova illuminazione ha per obiettivo quello di restituire le condizioni in cui la Tomba venne realizzata nel XVI secolo, negli anni cambiate con la chiusura di una finestra già nel 1860.

Il progetto – L’impianto, curato dal progettista Mario Nanni in collaborazione con il restauratore Antonio Forcellino, è stato realizzato con tecniche informatiche e lampade a led a risparmio energetico, in grado di restituire i colori e l’intensità della luce nella zona di San Pietro in Vincoli. Per Nanni “la cosa più importante e che mi dà più soddisfazione di questo lavoro è che ho impiegato giorni a studiare la luce che entrava dentro la chiesa. I primi giorni li ho passati a verificare quanta luce entrava. Ho inserito una luce che dialoga moltissimo con la luce naturale. Ho creato una sinergia tra luce artificiale e luce naturale e soprattutto un impianto che consuma pochissimo, con un importante valore del risparmio energetico. Non ho dato luce a chi ha illuminato gli uomini, ma ho tirato le sue ombre a quest’opera straordinariamente importante rinascimentale del Michelangelo”.

Connubio pubblico-privato – L’investimento è stato realizzato da Il Gioco del Lotto. Il presidente e amministratore delegato di Lottomatica Holding Fabio Cairoli ha spiegato: “La Lottomatica investe da sempre attraverso il Gioco del Lotto nella valorizzazione del patrimonio artistico e culturale italiano. Questo è un percorso che nasce 17 anni fa e che in maniera continuativa ha portato progressivamente la valorizzazione dell’opera a ciò che vediamo oggi. Abbiamo investito non solo sul restauro ma anche nella valorizzazione della comunicazione e continueremo a investire per render quest’opera il più fruibile possibile a chi la voglia conoscere”.

Ritorno alle origini – Dopo 15 anni dall’ultimo intervento, dunque, il monumento, visitato gratuitamente da milioni di persone ogni anno, è stato pulito e restaurato, recuperando gli straordinari colori del marmo di Carrara scelto e scolpito da Michelangelo. Peraltro l’illuminazione del transetto nel corso degli anni è profondamente cambiata: la finestra verso cui guarda Mosè è stata chiusa, mentre quella sul lato opposto è stata ingrandita, con un capovolgimento di 180 gradi dell’illuminazione originaria. Ora il nuovo progetto di Forcellino e Nanni vuole restituire le condizioni in cui Michelangelo progettò l’intero monumento e finì le sue statue. Ma non è tutto: per realizzare l’impianto sono stati misurati l’intensità e i colori della luce del sole nelle varie ore del giorno intorno alla Basilica e al suo interno. Sono stati progettati programmi computerizzati che adesso rendono una illuminazione quadro e una simulazione dell’andamento della luce durante le ore del giorno. Ora non resta che andare ad apprezzare il capolavoro di Michelangelo, genio delle ombre oltreché del marmo.