A Roma la rivolta degli assistenti educatori alla disabilità: “L’accordo non è valido, i nostri stipendi non bastano”

L'accordo siglato dal Comune di Roma con Cgil, Cisl e Uil non bastano agli assistenti educatori alla disabilità: continua la protesta.

A Roma la rivolta degli assistenti educatori alla disabilità: “L’accordo non è valido, i nostri stipendi non bastano”

La rivolta non è finita. Non basta l’accordo siglato con Cgil, Cisl e Uil dal Comune di Roma. I lavoratori Oepac, cioè gli assistenti educatori alla disabilità delle scuole capitoline, continuano la protesta. Le due giornate di sciopero e protesta dei sindacati di base e del coordinamento romano Oepac hanno portato in piazza circa 500 lavoratori e lavoratrici. 

Ora gli assistenti educatori, coloro che lavorano nelle scuole capitoline per le cooperative accreditate, dicono basta. “Non abbiamo paura”, dicono in occasione del quarto sciopero da novembre, quello del 30 e 31 gennaio. 

Le motivazioni della protesta degli assistenti educatori

I lavoratori Oepac lamentano, innanzitutto, un problema riguardante gli stipendi, ritenendo minacciate le ore di lavoro che dovrebbero svolgere nelle classi di Roma. In particolare, lo scontro nasce dal taglio della retribuzione che si ha dal primo giorno d’assenza del bambino con disabilità assistito. Anche per questa ragione i lavoratori chiedono al Comune di internalizzare il servizio, come avvenuto in altri casi, come dimostra l’ultimo esempio della Multiservizi. 

L’accordo sugli assistenti per gli studenti disabili

Il 29 gennaio Roma Capitale ha sottoscritto un accordo con Cgil, Cisl e Uil. Un’intesa, però, non riconosciuta da Usb, Cub e dal coordinamento romano Oepac. Da ottobre è previsto il taglio della retribuzione in caso di assenza, ma l’accordo garantisce invece il recupero del 30% delle ore perse. Troppo poco, per i sindacati. “Non ci facciamo nulla con il 30%”, affermano i lavoratori in protesta. “Dobbiamo pagare gli affitti, fare la spesa, non crediamo che ci riducano i prestiti al 30%”, affermano. 

Il 30 gennaio c’è stato il sit-in davanti alla sede di Legacoop e poi, il 31 gennaio, la manifestazione è partita da piazza Bocca della Verità, con il corteo che si è diretto verso via Petroselli, sede dei gruppi consiliari capitolini. C’è stata qualche tensione, ma la protesta è proseguita pacificamente e i lavoratori hanno continuato a denunciare, come fanno da mesi, “i tagli al servizio e gli attacchi ai nostri diritti”. 

I manifestanti sono riusciti a parlare con Antonio De Santis, consigliere capitolino della Lista Civica Raggi, e Carla Fermariello, presidente Pd della commissione Scuola. Che è sembrata disponibile ad aiutare i manifestanti e garantire un sostegno nelle loro richieste al Campidoglio. Intanto, però, De Santis, insieme all’ex sindaca, Virginia Raggi, si rivolge al sindaco ribadendo la richiesta di un consiglio straordinario sul tema. Ma, sottolineano, “la seduta non è ancora stata fissata”.