A Roma pure i cestini sono un caso. Contro la Raggi tutto fa brodo. L’Ama presenta i nuovi raccoglitori di rifiuti. Sul web parte lo sfottò per la forma dei contenitori

La sindaca Virginia Raggi ha presentato i nuovi cestini per i rifiuti. A forma di anfora, di ferro, sono la conseguenza di una difficile opera di mediazione con la Questura per motivi di sicurezza, con l’Ama per le necessarie garanzie di praticità di svuotamento e con la Soprintendenza per la tutela paesaggistica del centro storico. Un design moderno e accattivante, futuristico e antico nello stesso tempo come a volte lo sono le opere d’arte.

SOLITE POLEMICHE. “I nuovi cestini in ferro sostituiranno nel centro storico quelle orribili buste di plastica trasparenti appese – ha dichiarato la prima cittadina della Capitale -. Dopo l’innalzamento dei livelli di sicurezza antiterrorismo, in tutta Italia, i vecchi raccoglitori sono stati sostituiti con buste di plastica trasparenti, che spesso si rompono, facendo cadere a terra i rifiuti.” E poi ancora: “In questi anni abbiamo lavorato a qualcosa di diverso. È stato un lavoro complesso, perché è stato necessario mettere d’accordo diverse esigenze”.

Ebbene, nonostante tutto questo impegno si è scatenata la solita bagarre sui social sul fatto che assomiglino a urne cinerarie. I commenti si sprecano. Chi chiede se suonando esce fuori un cobra e chi fa battute di dubbio gusto, come ad esempio: “Da Ama ad amen il passo è breve”. Naturalmente anche la stampa e diversi esponenti politici non si sono fatti sfuggire la ghiotta occasione per denigrare la scelta fatta dalla sindaca Raggi paragonandola a quella di “spelacchio”, lo sfortunato abete installato qualche anno fa a piazza Venezia sempre dalla sindaca. Tra i più attivi critici dell’estetica dei manufatti sono stati gli esponenti di Italia Viva, il partito di Matteo Renzi.

A tutti ha risposto il consigliere Ferrara (M5S): “Italia viva. Roma morta. Gli amichetti di Renzi sono arrivati a criticare anche i nuovi cestini che stiamo mettendo al centro di Roma. Con loro la città sarebbe politicamente defunta. Fanno a turno i coordinatori di Italia Viva e ogni tanto lasciano il posto al candidato dei fallimenti Carlo Calenda. Più sono irrilevanti e più hanno la bocca larga; per sparare balle e panzane”. E noi aggiungiamo: ma con tutti i problemi che ha la Capitale d’Italia gli adepti renziani non trovano di meglio che prendersela con i gusti estetici della Raggi che invece ha lavorato anni nella ricerca di un compromesso tra funzionalità e design.

Prendiamo quindi atto – in piena pandemia – che i problemi di Roma sono la forma dei contenitori dei rifiuti. Veramente siamo davanti alla persecuzione psicologica di chi, come la sindaca, sta dedicandosi completamente a questa città e ai suoi mille problemi: buche, traffico, trasporti e appunto rifiuti. Renzi e i suoi uomini non danno alcun contributo concreto alla risoluzione dei problemi ma sanno solo attaccare a vanvera oltretutto – come in questo caso – facendo vere e proprie figuracce.

La verità è che contro Virginia Raggi c’è un piano di denigrazione costante, indipendentemente da qualsiasi cosa faccia. Ricorda un po’ quella canzone di tanti anni fa di Antoine, Pietre, che aveva come ritornello: “Qualunque cosa fai ti tirano le pietre”. Ecco per la povera Virginia è proprio così. Qualunque cosa fa le tirano le pietre. Fare il Sindaco di Roma – e in più essere una donna – non è facile ma tra tutti quelli che si sono cimentati nell’ardua impresa nessuno è stato più ingiustamente criticato e sberleffato di lei. Continua così Virginia, Roma non ha mai avuto cestini così originali.