A Torino ho visto giornalisti e poliziotti bersaglio dei violenti

di Maurizio Bongioanni

Lo sciopero dei forconi era cominciato a Torino con tutte le buone intenzioni ma una volta giunto a metà mattinata qualcosa è andato storto. Ufficialmente l’ora del concentramento in Piazza Castello, la principale del centro storico, era alle 7. Ma già durante la notte c’erano state alcune “prove di forza” ai Mercati Generali di Beinasco, dove alcuni blocchi e falò hanno impedito ai tir di fare ingresso nell’area. Niente di violento, tutto rientrava nei piani degli organizzatori. Meno concordate invece sono state le occupazioni dei binari a Porta Nuova. In piazza Castello è poi entrato in azione un gruppo composto da una trentina di “teste calde”. In pochi minuti centinaia di manifestanti si sono ritrovati davanti alle porte dell’istituzione presidiata da Cota e difesa dagli agenti in tenuta antisommossa. Le urla si sono trasformate in lanci di uova, bottiglie di vetro e pietre. Esplosa una bomba carta, un poliziotto si è portato al riparo tenendosi premuto un orecchio. Si è scatenato l’inferno. Sono stati minuti interminabili di guerriglia urbana, andati avanti per più di un’ora, con fotografi e i giornalisti presi di mira dai manifestanti violenti.