A via XX settembre è scontro per i posti di potere. Il cambio della guardia al tesoro agita anche il vertice delle fiamme gialle

di Stefano Sansonetti

Un giro di poltrone che sta già scatenando attriti a non finire. Del resto i posti di potere a via XX Settembre, accanto al nuovo ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni, sono tanti e suscitano appetiti di ogni sorta. A dare nell’occhio, negli ultimi giorni, sono state le mosse di Francesco Alfonso, nuovo capo della segreteria di Saccomanni ed ex uomo di fiducia dell’ex presidente delle repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Gli osservatori più attenti sono sempre più convinti che sarà proprio Alfonso, consigliere della Corte dei conti, la vera anima del superdicastero, molto più potente del capo di gabinetto. E qui casca l’asino, perché mentre si sta per assegnare il posto lasciato con più di qualche nervosismo da Vincenzo Fortunato, su iniziativa di Alfonso è stato fissato un altro tassello fondamentale del mosaico. Parliamo dell’incarico di capo dell’ufficio legislativo del Tesoro, andato a Luigi Caso. Nomen omen, verrebbe da dire, perché questa mossa ha fatto scoppiare un autentico caso.

La vicenda
Come è possibile, si è chiesto qualcuno dalle parti di via XX Settembre, che il capo dell’ufficio legislativo venga nominato prima del capo di gabinetto, dal quale peraltro dipende? Si tratterebbe di una sorta di sgarbo istituzionale, certo non comune nelle stanze del dicastero dell’economia. Anche Caso, per inciso, proviene dalla Corte di conti, dove è stato capo di gabinetto di Luigi Giampaolino. Ad ogni modo la vicenda farebbe capire con quali intenzioni Alfonso è entrato nello staff di Saccomanni. Al punto che starebbe quasi andando in secondo piano la scelta del nuovo capo di gabinetto, salvo sorprese destinata a cadere su Daniele Cabras, attuale capo della struttura tecnica della commissione bilancio della camera. Il quale potrà così prendere il posto di Fortunato, l’ex capo di gabinetto che avrebbe reagito sbattendo la porta anche per l’iperattivismo di Alfonso. Insomma, tutta la questione dà l’idea delle tensioni che in questi giorni stanno accompagnando la copertura della varie caselle.

Tensione anche alla Gdf
Atmosfera non proprio placida anche all’interno della Guardia di finanza, che sempre dal ministero dell’economia dipende. Qui nei giorni scorsi si è segnalato un certo dinamismo da parte del generale Flavio Zanini, già vicecapo di gabinetto e aiutante di campo dell’ex viceministro dell’economia Vincenzo Visco. Zanini, che da febbraio è comandante interregionale dell’Italia nord-orientale, si sarebbe mosso con una certa insistenza per entrare a far parte dell’entourage ministeriale di Saccomanni. La sortita, però, avrebbe indisposto un bel po’ il comandante generale del corpo, Saverio Capolupo, a quanto pare intervenuto per stoppare le trame in corso. Anche in questo caso nell’esito dell’operazione si può leggere tutta quella tensione all’interno delle Fiamme Gialle che, in un certo senso, è anche comprensibile di fronte a un cambio della guardia al vertice di via XX Settembre.

Le altre nomine
Novità potrebbero arrivare all’ufficio stampa, dove qualche indiscrezione parla del possibile ritorno di Carlo Maria Fenu, appena andato via da Finmeccanica. Il nome di Fenu, pur non essendo coinvolto in alcuna indagine, è uscito in qualche intercettazione in riferimento a una delle ultime inchieste che hanno riguardato il colosso della difesa. Al momento, infine, non sembra essere definito il destino del consigliere diplomatico dei tempi di Giulio Tremonti. Parliamo di Carlo Baldocci, che come ha raccontato La Notizia (vedi il numero del 19 aprile scorso) è stato contestato da qualche collega al Tesoro perché cumula lo stipendio di consigliere diplomatico del Tesoro (in quanto distaccato dalla Farnesina) al gettone di consigliere di amministrazione di Finmeccanica.

@SSansonetti